lunedì 18 Agosto 2025
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Proroga inchiesta latticini UE-Cina: segnali di una crisi commerciale.

La decisione del governo cinese di prorogare di sei mesi l’inchiesta sulle presunte sovvenzioni erogate ai produttori di latticini europei rappresenta una significativa, seppur complessa, ripercussione sul delicato panorama delle relazioni commerciali sino-europee.
Questa sospensione, ufficialmente motivata dalla “complessità intrinseca” del caso e che sposta la scadenza al 21 febbraio 2026, non è un semplice rinvio burocratico, ma un segnale di un conflitto più profondo e strutturale tra le due potenze economiche.

L’indagine, avviata inizialmente, mira a valutare se i produttori di latticini dell’Unione Europea beneficino di sussidi statali che distorcono la concorrenza sul mercato cinese.
Se confermate, tali sovvenzioni potrebbero giustificare l’imposizione di dazi compensativi sulle importazioni, un’azione che Bruxelles ha sempre considerato una misura protezionistica illegittima.

La proroga dell’inchiesta, tuttavia, va ben oltre la specifica questione dei latticini.

Essa incarna un’ampia insoddisfazione cinese nei confronti delle pratiche commerciali europee, spesso percepite come discriminatorie e volte a limitare l’ascesa economica della Cina.

Pechino accusa Bruxelles di un approccio “doppio standard”, applicando rigide normative ambientali, sanitarie e di sicurezza alimentare ai prodotti cinesi in esportazione, mentre concede sussidi e agevolazioni ai propri produttori.

Questa asimmetria alimenta un crescente risentimento e mina la fiducia reciproca.
La decisione cinese non è priva di implicazioni strategiche.

La proroga dell’indagine fornisce a Pechino un maggiore margine di manovra diplomatica, consentendo di valutare l’evoluzione delle relazioni commerciali con l’UE e di cercare soluzioni alternative a un confronto diretto.

Potrebbe anche essere interpretata come un segnale a favore di un negoziato più ampio, che includa non solo la questione dei latticini, ma anche altri nodi complessi come l’accesso al mercato, la protezione della proprietà intellettuale e le normative sugli investimenti.
L’indagine sui latticini si inserisce in un contesto più ampio di tensioni commerciali tra Cina e UE.
Negli ultimi anni, le relazioni economiche sono state segnate da dispute riguardanti gli investimenti, le barriere non tariffarie e le pratiche commerciali sleali.

La crescente rivalità geopolitica tra i due blocchi, accentuata dalla guerra in Ucraina e dalle divergenze sulla questione di Taiwan, contribuisce a irrigidire le posizioni e a complicare la ricerca di un terreno comune.
La decisione di Pechino dimostra che la Cina è disposta a utilizzare strumenti commerciali per difendere i propri interessi e a contestare le politiche europee.
L’esito dell’indagine sui latticini, e le successive azioni intraprese da entrambe le parti, saranno cruciali per determinare il futuro delle relazioni commerciali sino-europee e per definire l’equilibrio di potere nell’economia globale.

La proroga dell’inchiesta è quindi non solo un rinvio, ma un preludio a un negoziato potenzialmente lungo e complesso, con implicazioni che vanno ben oltre il settore lattiero-caseario.

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