lunedì 18 Agosto 2025
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Olbia, indagine per omicidio colposo: taser e decesso innescano polemiche.

La comunità di Olbia è scossa da un tragico evento che ha portato all’apertura di un’indagine per omicidio colposo a carico di due Carabinieri.

La vicenda, innescata da segnalazioni di aggressioni avvenute nella serata di sabato nel quartiere di Santa Mariedda, solleva interrogativi complessi sull’uso della forza da parte delle forze dell’ordine e sulla gestione di situazioni di potenziale pericolo.

Gianpaolo Demartis, 57 anni, nato a Bultei e residente tra Sassari e Olbia, è deceduto improvvisamente a seguito di un arresto cardiaco mentre veniva trasportato in ambulanza presso l’ospedale.

L’uomo, fermato dai Carabinieri con l’impiego di un dispositivo a impulsi elettrici (taser), manifestava, a quanto pare, comportamenti agitati che avevano destato preoccupazione tra i residenti.

L’iscrizione dei due Carabinieri nel registro degli indagati, disposta dal procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Tempio Pausania, Gregorio Capasso, non costituisce una presunzione di colpevolezza, ma è una procedura standard in casi di decesso successivo a un intervento delle forze dell’ordine.
La decisione di disporre l’autopsia sul corpo di Demartis è cruciale per accertare con precisione le cause della morte e stabilire se l’utilizzo del taser abbia contribuito in qualche modo all’arresto cardiaco.

L’episodio riapre il dibattito sull’applicazione della forza in ambito di pubblica sicurezza, un tema particolarmente delicato che richiede un bilanciamento accurato tra la necessità di garantire l’ordine e la tutela dei diritti fondamentali dei cittadini.
Il taser, in particolare, è uno strumento che, pur essendo presentato come un’alternativa meno letale rispetto all’uso di armi da fuoco, non è esente da rischi, soprattutto in soggetti con preesistenti patologie cardiache o in situazioni di forte stress emotivo.

L’inchiesta, ora in corso, dovrà chiarire il contesto preciso dell’intervento dei Carabinieri, la natura dei comportamenti messi in atto da Demartis, le modalità di applicazione del taser e la presenza di eventuali fattori preesistenti che potrebbero aver contribuito al decesso.

La comunità attende risposte chiare e trasparenti, al fine di comprendere appieno la dinamica degli eventi e di evitare che simili tragedie si ripetano in futuro.

La vicenda rappresenta un monito sull’importanza di una formazione adeguata per gli operatori di polizia nell’uso della forza, nonché sulla necessità di una costante riflessione etica e legale riguardante l’impiego di strumenti potenzialmente pericolosi.

Il processo di accertamento della verità sarà cruciale per ristabilire un clima di fiducia tra i cittadini e le istituzioni.

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