Il 18 agosto 1946, una data che incide profondamente nel tessuto della memoria collettiva italiana, vide la gioiosa serenità di una giornata estiva spezzata da un’esplosione devastante a Vergarolla, spiaggia situata nei pressi di Pola, all’epoca terra italiana sotto presidio militare angloamericano.
La vivacità della scena – famiglie, bambini, un pubblico numeroso radunato per la Coppa Scarioni, competizione di nuoto – si trasformò in un istante in un incubo di detriti, feriti e morte.
Le cifre ufficiali, seppur incomplete, parlano di oltre cento vittime, un bilancio tragico aggravato dall’impossibilità di identificare tutti i corpi.
Come evidenzia la nota del deputato Nicole Matteoni, segretario FdI Trieste, solo a sessantaquattro persone fu possibile restituire un nome, un atto di pietà che non placò il dolore di una comunità intera.
Al di là della devastazione immediata, la tragedia di Vergarolla rivelò la fragilità di una realtà appena uscita da un conflitto mondiale, una terra segnata da tensioni latenti e da un’eredità di dolore.
L’indagine condotta dalle forze alleate, in seguito alla tragedia, svelò una verità sconcertante: l’esplosione delle mine inattive non fu un incidente, ma un atto intenzionale, un atto di terrorismo che, a ragione, viene ora considerato il primo di tale portata nella storia della Repubblica Italiana.
Un atto che, nel suo orrore, anticipò le dinamiche di violenza politica che avrebbero segnato gli anni a venire.
La vicenda di Geppino Micheletti, medico che, nonostante la notizia della perdita dei propri figli Renzo e Carlo tra le vittime, continuò a operare incessantemente i feriti all’ospedale di Pola, incarna un esempio lampante di eroismo e dedizione al dovere.
Il riconoscimento con la Medaglia d’argento al valor civile nel 1947 e, successivamente, la Medaglia d’oro al merito della Sanità pubblica nel 2017, testimoniano la profondità del suo gesto e l’importanza di preservarne la memoria.
Oggi, a distanza di ottant’anni, la memoria di Vergarolla necessita di un rinnovato impegno civile.
Non basta il ricordo formale, ma è cruciale creare spazi di riflessione e di educazione che favoriscano una comprensione più approfondita di quegli eventi, così da onorare la memoria delle vittime e, soprattutto, di tutto il popolo istriano, spesso dimenticato nelle narrazioni storiche dominanti.
Per questo motivo, la mia proposta di legge, attualmente depositata alla Camera dei Deputati, mira a istituire la prima “Giornata Nazionale del Ricordo dei Martiri di Vergarolla” in occasione dell’80° anniversario, il 18 agosto 2026.
Un’occasione per commemorare le vittime, per raccontare la loro storia, per riflettere sulle cause e le conseguenze di quella tragedia, e per affermare un impegno inequivocabile contro ogni forma di violenza e di intolleranza.
Una giornata di memoria che non si limiti ad un mero atto commemorativo, ma che si configuri come un momento di riflessione e di rinnovamento civico, un tributo a un popolo che ha pagato un prezzo troppo alto per la libertà e la democrazia.