La prossima legge di bilancio si preannuncia un terreno di compromessi delicati, dove l’urgenza di alleggerire il carico fiscale sul ceto medio si scontra con l’imperativo della prudenza finanziaria e le nuove stringenti regole europee.
Il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, ha delineato un quadro di interventi mirati, tra cui una revisione dell’Irpef, un’ulteriore revisione della rottamazione delle cartelle esattoriali e una possibile riformulazione dell’Ires premiale per il 2025.
Tuttavia, queste ambizioni, espresse in un’intervista al *Il Messaggero*, si trovano a dover negoziare con la disponibilità di risorse limitate e la necessità di non compromettere gli obiettivi di bilancio nazionali.
L’attenzione si concentra in particolare sulla possibilità di una riduzione dell’aliquota Irpef applicata ai redditi fino a 60.000 euro, con un abbassamento di due punti percentuali dall’attuale 35% al 33%.
Questa misura, calcolata in circa 4 miliardi di euro secondo le stime di Forza Italia, rifletterebbe l’impegno politico di questo partito nel sostenere il potere d’acquisto del ceto medio, spesso percepito come soffocato dalle tasse.
Parallelamente, la Lega, forte di un proprio disegno di legge in esame al Senato, spinge per una nuova ondata di cancellazioni di cartelle esattoriali, un intervento che, secondo indiscrezioni parlamentari, richiederebbe un finanziamento di circa 5 miliardi di euro.
La quantificazione precisa di queste risorse, tuttavia, è stata finora evitata, alimentando le critiche dell’opposizione, come il Movimento 5 Stelle, che accusano il governo di non chiarire le fonti di copertura finanziaria per queste iniziative.
L’approccio alla rottamazione-quinquies, in particolare, solleva questioni complesse.
La definizione dei parametri e dei criteri di ammissibilità sarà cruciale per contenere l’impatto finanziario complessivo e garantire un’effettiva efficacia della misura.
Anche il comparto sanitario si fa avanti con richieste di risorse aggiuntive.
Il ministro della Sanità, Orazio Schillaci, ha già ottenuto circa 2 miliardi di euro aggiuntivi in seguito a colloqui con il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, a testimonianza della pressione che grava sul sistema sanitario nazionale e della necessità di interventi mirati.
Il ministro Giorgetti, dal canto suo, ribadisce con fermezza la necessità di prudenza, sottolineando che le nuove regole fiscali europee impongono una gestione più rigorosa delle risorse pubbliche e limitano la flessibilità nell’utilizzo del deficit.
L’obiettivo di portare il debito pubblico al di sotto del 3% del PIL già nel 2026, con un anno di anticipo rispetto alle previsioni iniziali, rappresenta una priorità politica ed economica che vincola l’azione del governo e impone scelte difficili, in bilico tra le istanze sociali e i vincoli europei.
La sfida, dunque, è quella di trovare un equilibrio sostenibile che concili le aspettative di alleggerimento fiscale con la necessità di mantenere la credibilità finanziaria del Paese.