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Arresto transnazionale: catturato latitante con 10 anni di pena

Operazione transnazionale porta all’arresto di un pericoloso latitante: un intreccio di reati, identità false e una lunga fugaUna complessa operazione di cooperazione internazionale tra i Carabinieri del Comando Provinciale di Fermo e le autorità giudiziarie belghe ha condotto all’arresto di un quarantottenne di nazionalità algerina, latitante da quasi due anni e destinatario di un mandato d’arresto europeo.

L’uomo, residente precedentemente a Sant’Elpidio a Mare, era ricercato per un cumulo di pene pari a quasi dieci anni di reclusione, derivanti da una serie di gravi reati commessi tra il 2002 e il 2010 nelle province di Macerata e Fermo.
L’arresto, avvenuto in una località nei pressi di Bruxelles, è il coronamento di un’attività investigativa che ha richiesto un’analisi meticolosa di informazioni frammentarie e un costante aggiornamento delle banche dati internazionali.
Il latitante, abile nel falsificare la propria identità assumendo diversi alias e nazionalità fittizie, aveva costruito una vera e propria rete di protezione che ne ha reso difficoltosa la localizzazione.

L’ingegnoso sistema di occultamento, combinato con la sua mobilità transnazionale, aveva rappresentato una sfida significativa per le forze dell’ordine.
Le accuse che gravano sull’uomo sono pesanti e riflettono una condotta criminale radicata e articolata.

Oltre al traffico e alla produzione illecita di sostanze stupefacenti – in particolare eroina, distribuita in quantità ingenti, come dimostrano i panetti di circa un chilo rinvenuti durante le indagini – è accusato di possesso e fabbricazione di documenti falsi impiegati per l’espatrio, danneggiamento, ricettazione, evasione dagli arresti domiciliari (che ha subito in due occasioni), false testimonianze, rissa aggravata, lesioni personali volontarie e altri reati minori.

Tra gli episodi più significativi, figura la partecipazione a una violenta rissa avvenuta nel 2003 in via Aldo Moro a Lido Tre Archi, durante la quale, insieme ad altri individui, causò lesioni a due persone attraverso l’uso di oggetti contundenti e taglienti.
Lo stesso gruppo, sempre nel 2003, danneggiò una vetrina di un bar della zona, perpetrando un atto vandalico che testimonia la sua pericolosità.

L’arresto ha portato alla luce ulteriori dettagli riguardanti il passato del latitante.
È emerso che, durante la sua latitanza in Belgio, era stato detenuto per reati predatori, un ulteriore elemento a carico che ne accresce la pericolosità sociale.
L’uomo, ora a disposizione della Corte d’Appello per le procedure di estradizione, dovrà rispondere delle accuse e affrontare un processo in Italia.
L’operazione, che ha dimostrato l’efficacia della cooperazione internazionale nella lotta alla criminalità transnazionale, rappresenta un successo per le forze dell’ordine e un importante deterrente per i potenziali criminali.

L’indagine, tuttora in corso, mira a identificare e perseguire i complici che hanno supportato la fuga del latitante e a ricostruire l’intera rete di relazioni che lo ha protetto.

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