Tensione all’Istituto Penale Minorile di Bologna: feriti agenti

Un episodio di grave tensione ha scosso l’Istituto Penale Minorile di Bologna, con quattro Agenti di Polizia Penitenziaria che hanno subito ferite durante un intervento volto a gestire una violenta rissa.

Le lesioni riportate, giudicate guaribili in un arco temporale che va dai tre ai sei giorni, costituiscono un campanello d’allarme che risuona all’interno di un sistema penitenziario minorile gravato da criticità strutturali e operative.
L’evento, secondo quanto riferito dal sindacato Uilpa, appare direttamente connesso a un precedente episodio di contrabbando di sostanze stupefacenti, specificamente 18 grammi di hashish, intercettati durante i colloqui con i detenuti.
Questo suggerisce una rete di dinamiche illegali che permeano l’ambiente carcerario minorile, rendendo più arduo il compito di garantire sicurezza e riabilitazione.
Il segretario nazionale del sindacato, Domenico Maldarizzi, ha sollevato una denuncia circostanziata sulle condizioni insopportabili che affliggono gli istituti minorili e l’intero comparto penitenziario.
La sovraffollamento, un problema endemico, è esacerbato da carenze infrastrutturali e da un organico insufficiente, creando un circolo vizioso che compromette la sicurezza del personale e la possibilità di offrire un percorso di reinserimento sociale ai detenuti.
La situazione a Bologna è particolarmente critica: un trasferimento di circa dieci agenti, imminente, è destinato a lasciare un vuoto che sarà colmato solo a metà ottobre.
Questa carenza di personale implica un aumento significativo del carico di lavoro per il personale rimasto, con conseguenti turni straordinari forzati e la frequente rinuncia ai riposi, elementi cruciali per il benessere psicofisico degli operatori.
Maldarizzi descrive situazioni estreme, con turni che possono raggiungere le 26 ore consecutive, spingendo il personale al limite della resilienza e alimentando un senso di frustrazione e demotivazione.
L’accaduto evidenzia non solo la necessità di un aumento del personale, ma anche di una profonda riflessione sul modello di detenzione minorile, che deve mirare non solo alla sicurezza, ma anche alla rieducazione e alla prevenzione della recidiva.

Il sindacato esprime piena solidarietà agli agenti feriti e lancia un appello urgente al Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e all’intero Governo, sollecitando misure concrete e tempestive per ridurre la densità detentiva, rafforzare gli organici e investire in infrastrutture adeguate, in grado di garantire un ambiente sicuro, umano e volto alla reale riabilitazione dei minori.

L’episodio di Bologna non è un caso isolato, ma il sintomo di un malessere sistemico che richiede un intervento risolutivo.

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