L’incendio divampato a Teano (Caserta), all’interno della struttura di stoccaggio rifiuti Campania Energia, continua a rappresentare una grave emergenza ambientale, con operazioni di spegnimento ancora in corso a distanza di giorni dall’innesco, sabato 16 agosto.
Le squadre dei Vigili del Fuoco, rinforzate da unità provenienti da Caserta, Napoli e dal Corpo Nazionale, stanno impiegando autobotti e attrezzature meccaniche pesanti per affrontare le fiamme e contenere la nube tossica che si è sprigionata.
La complessità dell’intervento è accentuata dalla presenza di persistenti emissioni gassose, vere e proprie fumarole, derivanti dalla combustione incontrollata dei rifiuti.
La tipologia di materiale interessato dall’incendio, stimato in circa 40.000 metri quadrati, è particolarmente critica: si tratta prevalentemente di rifiuti speciali, con una significativa componente di plastica, materiale che rilascia durante la combustione una vasta gamma di sostanze pericolose.
La situazione qualitativa dell’aria che investe Teano e il limitrofo comune di Riardo desta particolare preoccupazione.
I primi risultati del monitoraggio ambientale, condotto dall’Arpac (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Campania) attraverso un campionatore ad alto flusso, hanno rilevato livelli di diossine, furani e policlorobifenili (PCB) superiori ai limiti di sicurezza.
Il valore misurato, pari a 0,27 pg/Nm3 I-TEQ (picogrammi per metro cubo standard in termini di tossicità equivalente), supera il limite di riferimento comunemente accettato dalla comunità scientifica (0,15 pg/Nm3 I-TEQ).
Questi composti organici persistenti, noti per la loro elevata tossicità e capacità di bioaccumulo nella catena alimentare, rappresentano un rischio potenziale per la salute umana e per l’ambiente.
Parallelamente, un laboratorio mobile ha condotto analisi orarie dei principali inquinanti atmosferici nel centro urbano di Riardo, rilevando concentrazioni di ossidi di azoto, monossido di carbonio, ozono, benzene, toluene, xileni, e particolato atmosferico (PM10 e PM2.5).
A differenza dei risultati relativi alle diossine, questi dati preliminari non hanno evidenziato superamenti dei limiti di legge.
Tuttavia, la situazione rimane sotto stretta osservazione, data la potenziale evoluzione delle emissioni e la necessità di valutare l’impatto cumulativo degli inquinanti atmosferici nel tempo.
L’evento solleva interrogativi urgenti sulla gestione dei rifiuti in Campania, sulla sicurezza degli impianti di stoccaggio e sulla necessità di rafforzare i sistemi di controllo e prevenzione degli incendi.
L’emergenza sottolinea l’importanza di investire in tecnologie più sicure per il trattamento dei rifiuti, di promuovere la riduzione alla fonte e il riciclo, e di garantire un’informazione trasparente e tempestiva alla popolazione, al fine di mitigare i rischi per la salute pubblica e per l’ambiente.
Le indagini per accertare le cause dell’incendio sono in corso, con l’obiettivo di individuare eventuali responsabilità e di prevenire il ripetersi di simili tragiche emergenze.