venerdì 5 Settembre 2025
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Stellantis Atessa: lavoro, transizione e futuro in bilico

La transizione verso un’economia sostenibile, pur necessaria, si sta configurando come una sfida complessa per l’industria automobilistica italiana, con implicazioni profonde per l’occupazione e il tessuto socio-economico del Paese.

La situazione di Stellantis a Atessa, ex Sevel, incarnazione storica di eccellenza nella produzione del Ducato, ne è un esempio emblematico.

Il coordinatore Uilm Abruzzo, Nicola Manzi, solleva con forza una questione di responsabilità sociale, indirizzando un appello diretto a Stellantis e al Governo.
Non si tratta di un mero richiamo alla tutela dei posti di lavoro, ma di una visione più ampia che coinvolge la salvaguardia dell’intera filiera, dell’indotto e della capacità produttiva nazionale.

La “separation”, ovvero l’esodo incentivato di personale, ha comportato una riduzione di 400 addetti, un dato significativo in relazione alla capacità produttiva dello stabilimento, attualmente operante su due turni anziché tre, con una conseguente diminuzione della produzione giornaliera da 970 a 650 veicoli.

Questa contrazione produttiva non è un fenomeno isolato.

Pur nella crisi generale del settore, Stellantis di Atessa mantiene un ruolo cruciale, rappresentando uno dei pochi stabilimenti italiani con una produzione di un certo rilievo.

Tuttavia, le preoccupazioni restano tangibili, soprattutto per quanto riguarda l’utilizzo massiccio della cassa integrazione, la pressione sulle retribuzioni e le difficoltà incontrate dai fornitori, che faticano a rispondere a un mercato sempre più volatile e incerto.
L’attivazione della cassa integrazione a giugno 2024, seguita dal contratto di solidarietà, testimonia la fragilità della situazione e l’impatto negativo della crisi di mercato.

È significativo come il motore endotermico del Ducato continui a rappresentare un elemento imprescindibile, rispondendo a una domanda di mercato concreta.
Il coordinatore Uilm sottolinea come l’affidabilità e il rapporto qualità-prezzo del veicolo continuino a garantirgli un appeal significativo, suggerendo che la scadenza del 2035, obiettivo di transizione verso l’elettrico, stia producendo effetti diversi rispetto a quanto previsto a livello globale.

Tuttavia, è imprescindibile accelerare la transizione verso una produzione più sostenibile.
L’attuale produzione di Ducato elettrico, limitata a soli 5-6 veicoli giornalieri, è un freno allo sviluppo e all’adozione di questa tecnologia.

La sfida cruciale consiste nel creare le condizioni favorevoli all’acquisto di veicoli elettrici, non solo attraverso incentivi economici, ma anche migliorando la competitività del prodotto, ad esempio, investendo in infrastrutture di ricarica e sviluppando batterie più performanti.
La ripresa produttiva, seppur incoraggiante, con i suoi 640-650 veicoli al giorno, è solo un punto di partenza.
È necessario un impegno congiunto tra Stellantis, Governo e sindacati per garantire un futuro sostenibile all’industria automobilistica italiana, valorizzando il know-how e la capacità produttiva del Paese, promuovendo l’innovazione e creando opportunità di lavoro qualificato.
La responsabilità sociale non è un optional, ma un imperativo per affrontare le sfide del futuro e costruire un’economia più giusta e inclusiva.

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