A poco più di un anno dalla scoperta del corpo di Franca Genovini, ottantacinque anni, nella sua abitazione di Castellina in Chianti, la vicenda si articola in un complesso e intricato quadro giudiziario, ora al centro di un lungo e articolato incidente probatorio.
La morte, inizialmente attribuita a cause naturali il 7 agosto 2024, ha subito una radicale revisione a seguito di indagini approfondite condotte dalla Procura della Repubblica di Siena, guidata dal procuratore capo Andrea Boni.
Le indagini preliminari, avviate immediatamente dopo il decesso, hanno portato all’iscrizione nel registro degli indagati di due donne, sospettate di aver agito in concorso per omicidio volontario aggravato, rapina pluriaggravata e riciclaggio di denaro.
La prospettiva dell’omicidio doloso ha profondamente modificato la natura dell’inchiesta, spostando l’attenzione dalla morte naturale alla potenziale responsabilità di terzi.
La svolta decisiva è stata resa possibile dall’analisi delle immagini provenienti da telecamere di sorveglianza comunali, che hanno permesso di ricostruire una sequenza di eventi e di identificare le due donne come coinvolte nella cessione di beni in oro di proprietà della vittima a un compro oro di Poggibonsi.
Questo trasferimento ha innescato un’ulteriore indagine, finalizzata a tracciare il flusso finanziario derivante dalla vendita dei monili, con la conseguente richiesta di sequestro preventivo delle somme incassate, disposta dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) il 3 ottobre 2024.
L’autopsia, inizialmente in corso, è stata interrotta quando l’esame medico ha rivelato segni di violenza incompatibili con un decesso naturale.
Questo elemento cruciale ha portato all’iscrizione delle due donne nel registro degli indagati per omicidio e rapina aggravati.
Contestualmente, sono state eseguite perquisizioni e sequestri presso le abitazioni delle indagate e nell’auto in uso alla vittima, con il supporto del Ris Carabinieri di Roma.
La difesa di una delle indagate ha successivamente richiesto un incidente probatorio, un atto processuale complesso volto a far emergere la verità dei fatti attraverso una simulazione del processo.
Il GIP ha accolto la richiesta, dando inizio a un lungo e articolato procedimento che si protrae tuttora.
Il procuratore Boni sottolinea la “plurime e particolari elementi di complessità” che caratterizzano questo incidente probatorio, spiegando anche il protrarsi del deposito della salma all’obitorio, una misura necessaria per garantirne la disponibilità per l’eventuale utilizzo come prova nel corso del procedimento.
La vicenda Genovini, quindi, si configura come un caso di indagine complessa che unisce elementi di criminalità predatoria a un sospetto omicidio, mettendo in luce le difficoltà investigative e procedurali legate alla ricostruzione di eventi traumatici e alla valutazione di prove mediche e tecniche.
Il protrarsi dell’incidente probatorio testimonia la delicatezza e la complessità del caso, e sottolinea la necessità di un’indagine accurata e rigorosa per accertare la verità e fare luce sulla morte di Franca Genovini.