La presenza di agenti di polizia come testimoni, insieme all’odore di alcol o alla manifesta incapacità di autocontrollo, possono essere considerati elementi sufficienti per accertare lo stato di ebbrezza di un conducente al volante. Questo è quanto sancito dalla Cassazione in una recente sentenza, la quale ha chiarito che sono necessari elementi “oggettivi e sintomatici” per dimostrare la presenza di alterazione dovuta all’alcol. Pertanto, non sarebbe indispensabile ricorrere all’alcoltest per accertare se il tasso alcolemico superi il limite consentito di 0.5 grammi per litro. Questa decisione della Cassazione pone l’accento sull’importanza di valutare attentamente i segnali evidenti di ubriachezza al volante, che possono mettere a rischio la sicurezza stradale e la vita degli automobilisti e dei pedoni. La responsabilità dei guidatori nell’evitare situazioni pericolose legate all’assunzione di alcol è fondamentale per garantire un ambiente stradale sicuro e rispettoso delle normative vigenti. Inoltre, questa pronuncia giuridica richiama l’attenzione sulle conseguenze gravi che possono derivare dall’eccessivo consumo di alcol prima di mettersi alla guida, sottolineando l’importanza della prevenzione e della sensibilizzazione sul tema dell’ebbrezza al volante. Infine, è essenziale che le forze dell’ordine agiscano con determinazione e tempestività nel contrastare comportamenti illegali legati all’alcol alla guida, garantendo così la tutela della collettività e la salvaguardia della incolumità pubblica.
Sentenza Cassazione: Testimoni e segnali di ubriachezza sufficienti, non solo alcoltest. Sicurezza stradale prioritaria.
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