L’agricoltura bolognese si trova ad affrontare un’ennesima ondata di infestazioni da cimice asiatica, un problema che minaccia la tenuta economica del settore e mette a dura prova la resilienza degli agricoltori.
L’allarme, lanciato dalla Coldiretti provinciale, evidenzia come la gravità della situazione superi le aspettative iniziali, con un impatto significativo su frutticoltura, orticoltura e produzione di mais.
La Presidente di Coldiretti Bologna, Valentina Borghi, sottolinea la necessità di una documentazione accurata dei danni subiti, al fine di supportare una richiesta formale di intervento a livello regionale e governativo.
La frustrazione degli agricoltori è palpabile, esasperata dalla ricorrenza annuale del problema e dalla sua intensità crescente.
L’impatto più devastante si registra tra i produttori di pere, una delle eccellenze del territorio.
Roberto Nanni, imprenditore agricolo di Minerbio e membro della giunta esecutiva di Coldiretti Bologna, descrive come i frutti presentino lesioni evidenti, le tipiche “punture” della cimice, che ne diminuiscono drasticamente il valore commerciale e compromettono la vendibilità.
In alcune aziende, la percentuale di prodotto invendibile può raggiungere livelli allarmanti, fino al 70% del raccolto.
Ma non solo le pere sono a rischio.
Si registrano segnalazioni di danni anche ad altre colture orticole, come zucchine e pomodori, e alle pannocchie di mais, che si presentano deformate a causa delle punture dell’insetto.
Questo fenomeno non solo compromette la quantità di prodotto disponibile, ma incide anche sulla qualità e, conseguentemente, sul prezzo finale.
Coldiretti evidenzia come la situazione attuale sia sfuggita al controllo, non solo a causa di fattori meteorologici favorevoli alla proliferazione della cimice, ma anche a seguito della progressiva riduzione delle opzioni di difesa fitosanitaria a disposizione degli agricoltori.
L’utilizzo della vespa samurai, un antagonista naturale introdotto per il controllo biologico, non sta producendo i risultati sperati, mentre l’accesso a principi attivi più efficaci è sempre più limitato a causa di normative restrittive e crescenti preoccupazioni ambientali.
Questo scenario determina un circolo vizioso: la diminuzione degli strumenti di difesa alimenta l’aumento delle infestazioni, che a loro volta accentuano le perdite economiche e la precarietà del reddito agricolo.
La richiesta di Coldiretti è un appello urgente a trovare soluzioni innovative e sostenibili per affrontare questa emergenza, che mette a rischio la sopravvivenza di intere filiere agroalimentari e la salvaguardia del patrimonio agricolo bolognese.
È necessario un approccio integrato che combini ricerca scientifica, sviluppo di tecniche di controllo biologico efficaci e un quadro normativo che consenta agli agricoltori di tutelare le proprie produzioni nel rispetto dell’ambiente.