giovedì 21 Agosto 2025
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Ubah: Il Pianto di una Madre, un Lutto Incommensurabile

Il pianto le lacerava l’anima, un fiume inarrestabile di dolore che non concedeva tregua.
Anche quando gli occhi si chiudevano, cercando rifugio nell’oscurità, e le mani si protendevano verso il cielo in un sussurro di suppliche disperate, le lacrime continuavano a scendere, brucianti, su Ubah.

Il lavoro dei braccianti, il movimento della terra che inghiottiva i corpi amati, era una danza macabra che amplificava la sua perdita.
Wacays, la figlia, l’esistenza fragile appena sbocciata, sarebbe dovuta compiere un anno l’8 settembre.

Un anno di sorrisi, di piccoli progressi, di scoperte.
Un anno che la guerra, la carestia, la disperazione avevano brutalmente sottratto.
Il ricordo delle sue mani minuscole che si aggrappavano a un dito, il profumo della sua pelle, il suono del suo pianto, ora risuonavano nel vuoto, amplificati dal silenzio tombale.

Ma il dolore di Ubah non era solo per la figlia.

Era un dolore composito, stratificato, intriso di tutte le sofferenze che l’avevano condotta in quel momento.

Il ricordo del marito, Ali, uomo forte e silenzioso, che aveva cercato di proteggerla e proteggerla dalla furia implacabile della guerra civile somala.
Un uomo che aveva sacrificato tutto, persino la propria sicurezza, per cercare un futuro migliore per la sua famiglia, un futuro che non avrebbe mai visto.
La fuga dalla Somalia era stata un incubo, un susseguirsi di pericoli, di privazioni, di paure indicibili.

Il viaggio attraverso il mare, stipati su una barca precaria, era stato un test di resistenza, un viaggio verso l’ignoto, con la speranza di trovare un porto sicuro, un luogo dove poter ricostruire una vita.

Un sogno infranto sulla costa italiana, dove un destino crudele aveva reclamato le loro più grandi ricchezze.
La terra, nuda e implacabile, sembrava assorbire il suo dolore, ma non poteva estinguere la fiamma della sua disperazione.

Ali le aveva promesso un futuro, una terra di opportunità, un luogo dove Wacays avrebbe potuto crescere libera e felice.
Promesse ingannate, parole al vento, ora soffocate dal peso di una perdita incommensurabile.
Ubah fissava il cielo, cercando un segno, una risposta a un dolore così profondo.
Ma il cielo era silenzioso, indifferente alla sua sofferenza.
Era sola, completamente sola, con il peso di un lutto che avrebbe segnato per sempre la sua esistenza.

Il futuro era un abisso oscuro, una terra desolata priva di speranza, un futuro che doveva affrontare senza il sostegno dell’amore e della famiglia.

Il pianto continuava, un lamento disperato che si perdeva nel vento, un’eco di una vita spezzata.

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