La vicenda di Gianpaolo Demartis, il cinquantasetteenne originario di Bultei, residente tra Sassari e Olbia, continua a generare interrogativi e richiede un’analisi approfondita.
A seguito del decesso, avvenuto in ambulanza dopo un episodio di aggressione ai danni di residenti nel quartiere olbiese di Santa Mariedda, si è reso necessario un esame autoptico a cui ha assistito, in qualità di consulente tecnico, il dottor Francesco Serra, esperto in medicina legale e designato dal sindacato indipendente dei Carabinieri, SIC.
La scelta di coinvolgere un consulente esterno, in linea con la strategia difensiva delineata dall’avvocato Maria Palomarro, sottolinea l’importanza di una valutazione imparziale e rigorosa delle circostanze che hanno portato al tragico epilogo.
Il sindacato SIC, guidato dal segretario generale Luigi Pettineo, ha espresso fiducia nell’imminente deposito della perizia medico-legale, fissato tra circa sessanta giorni, auspicando che possa fare luce sulle cause del decesso e chiarire il ruolo delle azioni compiute dai Carabinieri.
L’episodio, che ha visto il 57enne aggredire i residenti in uno stato di alterazione, ha riacutizzato il dibattito sull’uso degli strumenti di forza da parte delle forze dell’ordine e sulla gestione di situazioni di crisi che coinvolgono persone con disturbi psichiatrici o in stato di alterazione psico-fisica.
La necessità di un protocollo operativo chiaro e di una formazione adeguata degli operatori, in grado di bilanciare l’imperativo di garantire la sicurezza pubblica con il rispetto dei diritti fondamentali della persona, emerge con particolare urgenza.
Il SIC ribadisce con fermezza la convinzione che i Carabinieri abbiano operato nel rispetto dei protocolli in vigore per l’impiego del taser, uno strumento destinato a essere utilizzato in contesti specifici e come ultima ratio per garantire la sicurezza di operatori e cittadini.
Tuttavia, l’evento solleva interrogativi sulla tempestività dell’intervento, sulla possibilità di alternative meno invasive e sulla necessità di una maggiore sinergia tra le forze dell’ordine, i servizi sanitari e le strutture di supporto psicologico.
Il sindacato si impegna a sostenere i colleghi coinvolti, garantendo loro assistenza legale e morale, affinché possano svolgere il loro servizio in un contesto di sicurezza e serenità professionale.
La vicenda Demartis rappresenta un monito per l’intera comunità, un’occasione per riflettere sulle sfide che le forze dell’ordine si trovano ad affrontare quotidianamente e per promuovere un approccio più umano e costruttivo nella gestione delle situazioni di emergenza.
La trasparenza e l’indipendenza della perizia medico-legale saranno fondamentali per accertare la verità e ristabilire la fiducia nella legalità.