Nel cuore del Parco 11 Settembre, a Bologna, una tempesta notturna ha provocato il crollo di un esemplare di bagolaro, un evento che solleva interrogativi sulla gestione del patrimonio arboreo urbano e sulle vulnerabilità insite negli ecosistemi metropolitani.
Il cedimento, avvenuto in circostanze avverse, ha causato danni alla recinzione perimetrale e ha visto i rami dell’albero incastrarsi contro la facciata di un edificio in via Riva di Reno.
L’imponente bagolaro, un albero che avrebbe potuto vantare un’età considerevole, si è rivelato, a posteriori, affetto da una condizione patologica complessa.
La sua altezza complessiva, stimata in venti metri, un fusto con un diametro di quasi sessanta centimetri e una chioma ampia, di undici metri, suggeriscono una struttura vigorosa, ingannando apparentemente l’occhio.
Tuttavia, la causa del crollo è da ricercarsi in un fenomeno tecnicamente definito “strozzatura radicale”.
Si tratta di un’anomalia che vede le radici dell’albero avvolgersi attorno al tronco stesso, comprimendolo e impedendone la crescita naturale.
Questa condizione, spesso insidiosa e difficile da individuare in fase iniziale, ha progressivamente indebolito la struttura dell’albero, rendendolo preda di una forza esterna come una violenta perturbazione atmosferica.
L’episodio evidenzia una questione cruciale nella pianificazione urbana e nella cura del verde pubblico: la necessità di una sorveglianza attiva e dettagliata dello stato di salute degli alberi, andando oltre una semplice valutazione visiva.
L’Amministrazione comunale precisa che l’esemplare in questione era, infatti, oggetto di monitoraggio periodico da parte degli uffici tecnici, testimoniando un impegno preventivo.
Tuttavia, la natura insidiosa della strozzatura radicale, spesso mascherata da una facciata di apparente vitalità, ha reso difficile prevedere il cedimento.
La rimozione dell’albero, eseguita tempestivamente dopo il crollo, è stata necessaria per garantire la sicurezza della zona e prevenire ulteriori danni.
La vicenda ha generato voci contrastanti, rapidamente diffuse sui canali social da parte di comitati cittadini, che hanno erroneamente ipotizzato un abbattimento preventivo.
L’Amministrazione comunale ha prontamente smentito queste affermazioni, sottolineando come l’abbattimento sia avvenuto *dopo* il crollo autonomo dell’albero, rappresentando un evento imprevisto e non pianificato.
L’accaduto serve da monito e stimola una riflessione più ampia sull’importanza di investimenti continui nella diagnosi precoce delle patologie arboree, nell’adozione di pratiche di cura innovative e nella comunicazione trasparente con la cittadinanza, al fine di preservare la biodiversità urbana e la resilienza degli ecosistemi metropolitani.