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Damian Fante: Ritorno alle radici e nuova vita in Toscana

Il ritorno a Torricella Peligna, terra ancestrale della sua famiglia, assume per Damian Fante, erede letterario dello scrittore John Fante, un’eco particolarmente sentita in questa ventesima edizione del John Fante Festival.

Accompagnato dalla moglie, dai figli, dal padre Jim e dalla zia Victoria, testimoni storici della manifestazione, il nipote rivive un legame profondo con le radici, un percorso identitario che si intreccia con la storia dell’emigrazione italiana.
Il sentimento che lo pervade, a distanza di diciannove anni dall’ultima visita, è quello di una gratitudine intensa verso coloro che, un tempo, abbandonarono la patria alla ricerca di un futuro incerto.
“Erano persone incredibilmente coraggiose, forti e guidate da sogni audaci,” riflette Damian, evidenziando un contrasto significativo rispetto alla propria esperienza.

“A differenza loro, io avevo un’idea di ciò che mi aspettava; loro si avventuravano nell’ignoto.

“Questo ritorno, tuttavia, non è solo un pellegrinaggio nel passato.

È parte integrante di una scelta di vita radicale, compiuta pochi mesi prima con l’intera famiglia: il trasferimento dalla California alla Toscana.

Una decisione non dettata da una semplice nostalgia, ma da una ricerca più ampia di equilibrio e autenticità.

“Abbiamo scelto l’Italia per la qualità della vita, per un ritmo più umano, per una cultura vibrante e per offrire ai nostri figli un’infanzia più ricca di esperienze genuine,” spiega Damian.
La California, con il suo frenetismo e i suoi costi esorbitanti, si era rivelata una sorta di “bolla”, un ambiente artificiale dove il successo economico era spesso subordinato a uno stile di vita precario.

In Toscana, al contrario, Damian ha riscoperto il valore delle relazioni umane, la capacità di sdrammatizzare e la bellezza della convivialità.

“Gli italiani sanno godere delle piccole cose, coltivare l’amicizia con naturalezza, condividere un aperitivo con gioia.

Era qualcosa di nuovo per noi, un modo di essere che abbiamo sentito di dover abbracciare.
“Il trasferimento, deciso a quarant’anni, non è un impulso improvviso, ma la concretizzazione di un percorso riflessivo, nutrito da viaggi esplorativi in Italia e in Europa.
È la riscoperta delle proprie origini, il riconoscimento di un senso di appartenenza che il Festival, anno dopo anno, risveglia con potenza tra le montagne abruzzesi.
Un legame viscerale con la terra che ha visto nascere il suo avo, un ciclo che si rinnova, tra le pagine di John Fante e la vita quotidiana di Damian, in una Toscana che si rivela, finalmente, una vera casa.

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