venerdì 22 Agosto 2025
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Milano

Leoncavallo: corteo nazionale contro la gentrificazione e per la città.

Il Leoncavallo si erge a baluardo di resilienza urbana, convocando per il 6 settembre a Milano un corteo nazionale che risuona come un grido di resistenza.

La mobilitazione, annunciata con veemenza, si configura come risposta diretta agli eventi recenti: lo sgombero della struttura, percepito come un atto di repressione, un segnale allarmante di un’azione governativa che si poggia su fondamenta autoritarie, alimentando un processo di gentrificazione e sottraendo beni pubblici e spazi di autogestione al controllo popolare.
Il corteo non è solo una manifestazione di protesta, ma l’inizio di un percorso partecipativo.
Lo spazio autogestito lancia un appello a tutte le realtà milanesi, invitando a unire le forze e a condividere una visione comune per il futuro della città.

Si tratta di una chiamata all’azione che mira a costruire un fronte ampio e diversificato, composto da chiunque senta la città minacciata da dinamiche speculative e da politiche che privilegiano gli interessi privati a quelli collettivi.
L’appuntamento si colloca in un contesto simbolicamente carico: il parco Sempione, sede del festival “Abba Vive”.

Questo evento, dedicato alla memoria di Abdul Guiebre, “Abba”, vittima di una violenza efferata per un atto di disperazione, rappresenta un punto di riferimento cruciale per le nuove generazioni, custodi di un’eredità di lotta contro il razzismo e la marginalizzazione.

La sua vicenda, tragica e dolorosa, incarna le disuguaglianze strutturali che affliggono la società italiana e la brutalità con cui vengono trattati i soggetti più vulnerabili.
“Abba Vive” non è solo un ricordo, ma un impegno costante a promuovere una società più giusta e inclusiva.

Il messaggio centrale del corteo è un rifiuto categorico della “democrazia del metro quadro”, un modello di sviluppo urbano che riduce la città a una mera merce, quantificabile e vendibile.
Si persegue invece una “democrazia dal basso”, dove la partecipazione popolare e il controllo comunitario siano i pilastri di una gestione urbana sostenibile e a misura di cittadino.
Lo sgombero del Leoncavallo è visto come un tentativo di soffocare voci dissenzienti e di negare il diritto all’esistenza degli spazi autogestiti, luoghi di aggregazione, sperimentazione sociale e produzione culturale alternativa.
La mobilitazione mira a riaffermare il diritto alla città, a reclamare spazi pubblici vivibili e a promuovere un modello di sviluppo urbano che ponga al centro le esigenze della collettività, non quelle del profitto.
Il corteo vuole essere un monito, un invito a riscoprire il valore della solidarietà e dell’azione collettiva, un atto di resistenza contro un sistema che tende a escludere e a marginalizzare.
È un grido che si alza da Milano, ma che aspira a risuonare in tutto il paese, portando con sé la speranza di un futuro più giusto e inclusivo.

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