27 marzo 2024 – 09:40
L’indagine condotta dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia insieme all’aggiunto Paolo Guido e ai pm Gianluca De Leo e Piero Padova ha portato alla cattura di 14 individui accusati di aver fornito supporto al capomafia latitante. Tra di loro, quattro sono già stati condannati. Uno degli implicati è Gentile, originario di Campobello di Mazara ma residente a Limbiate, provincia di Monza, dove ricopre un ruolo amministrativo nel Comune. Si è scoperto che Gentile è parente di Salvatore Gentile, assassino ergastolano e marito dell’amante storica di Messina Denaro Laura Bonafede.Secondo le indagini, tra il 2007 e il 2017, l’architetto avrebbe prestato la propria identità al boss latitante consentendogli di acquistare una Fiat 500 e una moto BMW, sottoscrivere le relative assicurazioni e effettuare operazioni bancarie come un cittadino normale grazie a documenti falsi. Cosimo Leone, cognato di Gentile, avrebbe garantito a Messina Denaro la possibilità di sottoporsi in sicurezza a esami medici e gli avrebbe fornito un cellulare segreto durante il suo ricovero ospedaliero a Mazara del Vallo per un intervento chirurgico al colon. Inoltre, Leone avrebbe consegnato al boss il cd con le immagini della tac da mostrare ai medici dopo la dimissione.Gulotta è invece accusato di mettere a disposizione del criminale la propria linea telefonica per ricevere comunicazioni dal rivenditore della Fiat 500 acquistata con documenti falsi e dalle agenzie assicurative coinvolte nelle polizze per i veicoli comprati con l’identità usurpata da Gentile. Queste azioni hanno permesso a Messina Denaro di vivere indisturbato nel territorio come un cittadino comune per anni. La rete complessa che si è venuta a creare attorno al capomafia testimonia la complicità diffusa che ha facilitato la sua latitanza così prolungata nel tempo.