venerdì 22 Agosto 2025
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Rabiot, la rottura a Marsiglia: De Zerbi impone il rigore.

La partenza di Adrien Rabiot dall’Olympique Marsiglia rappresenta un punto di rottura più profondo di una semplice cessione di un calciatore di talento.
Roberto De Zerbi, investito del compito arduo di ridare lustro a un club storico come l’OM, si è trovato a dover prendere una decisione impopolare, ma necessaria, per preservare l’integrità del progetto sportivo e il senso di appartenenza alla squadra.
La questione non è, quindi, la perdita di un elemento di qualità, ma l’affermazione di un principio fondamentale: il rispetto delle regole, pilastro imprescindibile per la costruzione di un ambiente sano e performante.

L’episodio scatenante, una violenta rissa tra Rabiot e Jonathan Rowe negli spogliatoi, con il giovane Darryl Bakola vittima di un malessere durante la colluttazione, ha trascendentato il mero gesto di rabbia, rivelando una frattura più ampia, un clima di tensione palpabile che minava la coesione del gruppo.

De Zerbi, con un’enfasi particolare sulla necessità di chiarezza espressiva, ha descritto la scena come inedita, persino per chi, come lui, proviene da contesti urbani e non è estraneo a dinamiche conflittuali.
La presenza di personale di sicurezza, paradossalmente, impegnato a separare i protagonisti della lite, ha accentuato l’anomalia della situazione.

Al di là dell’immediata decisione di cedere i due giocatori, l’intervento di De Zerbi ha rivelato una dinamica complessa, fatta di accuse e recriminazioni che coinvolgono l’entourage di Rabiot.
L’allenatore ha denunciato affermazioni false e infondate provenienti dall’ambiente del giocatore, evidenziando come il rapporto tra il direttore sportivo e la madre di Rabiot, figura spesso al centro di critiche per il suo presunto ruolo destabilizzante nelle carriere del figlio, si sia deteriorato a seguito di queste esternazioni.
De Zerbi ha ammesso di aver dedicato un’attenzione sproporzionata a Rabiot, quasi a voler compensare le aspettative e le pressioni esterne, ma ha sottolineato come la decisione, inizialmente concepita come temporanea, sia stata poi aggravata dalla gestione errata da parte dell’entourage.

La filosofia di De Zerbi, improntata al rigore e alla meritocrazia, si è affermata con forza.
Ha espresso rammarico per la perdita di un giocatore di così alto livello, ma ha ribadito che, se fosse stato suo figlio, avrebbe preso la stessa decisione.
La cessione di Rabiot, quindi, non è solo una scelta tattica, ma un atto di coraggio, un monito contro la deriva di un sistema che, nella ricerca ossessiva del successo, rischia di compromettere i valori fondamentali del calcio.

L’allenatore ha implicitamente criticato il Paris Saint-Germain, suggerendo come l’eccessiva attenzione a dinamiche esterne possa discostare una squadra dalla sua vera essenza, compromettendone la crescita e la competitività.
La ricostruzione dell’Olympique Marsiglia passa, ora, dalla capacità di De Zerbi di plasmare una squadra coesa, fondata sul rispetto reciproco e sull’impegno condiviso, un progetto che, al di là del talento individuale, valorizzi il collettivo e la dignità sportiva.

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