sabato 23 Agosto 2025
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Criminalità hi-tech: arrestati in Nordest una banda georgiana

Nel nord-est italiano, un’operazione di polizia particolarmente complessa ha portato all’arresto di quattro cittadini georgiani, sospettati di aver agito come una rete criminale specializzata in furti aggravati a danno di viaggiatori.

L’attività, protrattasi per diverse ore e che ha coinvolto le forze dell’ordine di Udine e Venezia, ha messo in luce una pianificazione sofisticata e l’utilizzo di tecnologie avanzate per eludere i sistemi di sicurezza delle auto.

Le indagini, avviate a seguito di segnalazioni di comportamenti sospetti lungo le autostrade A23 e A4, hanno permesso di tracciare i movimenti del gruppo a bordo di un veicolo a noleggio.
I quattro individui, privi di residenza fissa, si spostavano in modo metodico, soffiando sull’ambiente con la loro sola presenza, analizzando le aree di servizio per individuare potenziali obiettivi vulnerabili.

L’approccio non era casuale, ma frutto di una strategia ben definita per massimizzare le opportunità di profitto.

L’utilizzo di un dispositivo “jammer”, abilmente camuffato da hard disk portatile, ha rappresentato un elemento chiave nella loro metodologia operativa.
Questo strumento, tecnologicamente avanzato, permetteva di neutralizzare temporaneamente i sistemi di chiusura centralizzata delle auto, creando una finestra di tempo cruciale per compiere i furti.

L’atto non era solo una violazione del Codice Penale, ma un esempio di criminalità tecnologicamente informata.

Il tentativo di forzare veicoli a Gonars Nord e Calstorta Nord, sebbene fallito, testimoniava la determinazione del gruppo e la sua capacità di adattarsi alle condizioni operative.
L’episodio ad Arino Ovest, dove i malfattori hanno tentato di depredare un’auto di turisti francesi, ha rivelato la loro capacità di agire con apparente naturalezza, sfruttando il momento di distrazione delle vittime.
Il fatto che, dopo una perquisizione durata una decina di minuti, non abbiano trovato oggetti di valore, suggerisce una possibile valutazione del rischio e una capacità di adattare la loro strategia in base alle circostanze.
Il furto del portafoglio con 800 euro, perpetrato a danno di un uomo addormentato all’interno di un’auto con i finestrini abbassati, ha innescato il punto di svolta dell’operazione, culminando con l’arresto dei quattro.

Le forze dell’ordine, con il supporto degli agenti della Polizia Stradale di Venezia, hanno proceduto al sequestro del veicolo, destinato a un fermo amministrativo per diverse violazioni, inclusi mancati pagamenti di pedaggi, e all’acquisizione del dispositivo jamming, elemento chiave per le indagini tecniche volte a comprendere l’ambito e le modalità operative della rete criminale.

Durante la perquisizione, sono stati rinvenuti e sequestrati ingenti quantitativi di denaro contante in diverse valute (euro, dollari americani e franchi svizzeri), insieme a beni di valore come borsette, gioielli in oro e argento, orologi di lusso, per un valore complessivo stimato in circa 20.000 euro.

Il sequestro di questi beni, presumibilmente frutto di ulteriori attività illecite, rappresenta un importante passo avanti per ricostruire le dinamiche criminali del gruppo e perseguire le responsabilità di ciascun individuo coinvolto.
L’operazione testimonia l’importanza di una collaborazione sinergica tra diverse articolazioni delle forze di polizia per contrastare efficacemente la criminalità transnazionale e tutelare la sicurezza dei cittadini.

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