15 gennaio 2024 – 20:13
Iddu, nella lingua siciliana, è lui, egli. Nel nuovo film di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza, questo termine fa riferimento a Matteo Messina Denaro, il super ricercato che è morto lo scorso settembre, otto mesi dopo il suo arresto avvenuto il 16 gennaio 2023. Dopo quasi trent’anni di latitanza, è stato catturato in un vicolo vicino alla clinica privata La Maddalena a Palermo, nel quartiere San Lorenzo. Due dei nostri più grandi attori, Toni Servillo e Elio Germano, sono stati coinvolti sin dall’inizio nel progetto e recitano insieme per la prima volta in questo film che si ispira liberamente a un periodo della vita del boss mafioso. Il film racconta “la storia del mondo che gli volteggia spericolatamente intorno e protegge il mistero tragico e farsesco della sua prolungata latitanza. Un mondo nel quale gli azzardi e le crisi esistenziali non danno mai gli esiti sperati”. Il film dei due registi siciliani, le cui opere precedenti sono state presentate in numerosi festival, inclusa Cannes, uscirà al cinema nel corso del 2024 (dopo una possibile anteprima alla Mostra di Venezia?). Sarà distribuito da 01 Distribution e avrà le musiche originali composte da Colapesce. Nel cast ci saranno anche Daniela Marra, Barbora Bobulova, Fausto Russo Alesi e Giuseppe Tantillo. Antonia Truppo parteciperà al film insieme a Tommaso Ragno. Iddu è stato girato quest’estate interamente in Sicilia Occidentale, coinvolgendo anche i territori dove il boss di Castelvetrano ha esercitato il suo potere criminale.”Nella ricca storia criminale italiana, Matteo Messina Denaro e la sua trentennale latitanza rappresentano un caso unico. Quello che è emerso nel corso degli anni dalle indagini e dalle cronache ci ha dato l’opportunità – affermano Grassadonia e Piazza – di esplorare la sua enigmatica personalità e fare luce sul complesso sistema di relazioni che la sua invisibile presenza ha alimentato. Nel nostro film, il latitante diventa il fulcro di una danza frenetica di personaggi che, nel sonno della ragione, inseguono sogni che finiscono sempre per trasformarsi in incubi. Incubi tragici e ridicoli”.