sabato 23 Agosto 2025
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L’orso marsicano a San Donato: un equilibrio fragile

L’immagine è potente: un’ombra bruna, solenne e placida, che si muove con passo misurato attraverso la tela urbana.
Un orso bruno marsicano, emblema fragile e resiliente di un ecosistema antico, ha attraversato le vie di San Donato Val di Comino, un comune incastonato nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.
La sua presenza, a partire dagli inizi del mese, non è un evento isolato, bensì una manifestazione crescente di un fenomeno che testimonia il ritorno graduale, e complesso, di questa specie iconica nel suo areale storico.
Il sindaco Enrico Pittiglio conferma la persistenza di avvistamenti, suggerendo che si tratti probabilmente di un gruppo più ampio di esemplari.

La reazione della comunità sandonatese è esemplare.

Piuttosto che paura o allarme, si manifesta un atteggiamento di accettazione silenziosa, quasi di convivenza pacifica.

L’orso non è percepito come una minaccia, bensì come parte integrante del tessuto sociale e culturale del paese.
Questa accettazione non è frutto di una decisione formale, ma di una consapevolezza profonda, radicata nella storia e nella geografia del territorio.

I sandonatesi hanno interiorizzato il ruolo cruciale che l’orso gioca nell’equilibrio dell’ambiente circostante, riconoscendone il valore intrinseco e la necessità di preservarlo.

Questa coesistenza, tuttavia, non è esente da sfide.

L’orso, animale opportunista e alla ricerca di risorse alimentari, non disdegna le prelibatezze offerte dai giardini privati, in particolare gli alberi da frutto.

L’episodio recente nel giardino del rettore del Santuario di Canneto, con l’orso che ha depredato i frutti maturi, è solo uno dei tanti esempi di questo “conflitto” tra la necessità di conservare la fauna selvatica e la protezione delle proprietà private.

L’evento, lungi dall’essere un semplice atto di vandalismo, solleva questioni complesse sulla gestione del territorio, sulla necessità di misure di prevenzione e sulla sensibilizzazione dei residenti.
Come bilanciare il diritto alla conservazione della biodiversità con le esigenze delle comunità locali? Come mitigare i danni causati dalla fauna selvatica senza compromettere la sua sopravvivenza?La presenza dell’orso a San Donato Val di Comino, quindi, non è solo un aneddoto pittoresco, ma un campanello d’allarme.

Un invito a riflettere sul nostro rapporto con la natura, sulla necessità di ripensare i modelli di sviluppo e sulla responsabilità collettiva di preservare un patrimonio inestimabile, non solo per le generazioni presenti, ma anche per quelle future.
L’orso, in questo contesto, assume il ruolo di messaggero silenzioso, un simbolo potente di un mondo che necessita di equilibrio e di rispetto.

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