Un’azione di controllo del territorio ha portato all’identificazione e all’allontanamento di nove lavoratori stagionali, impiegati prevalentemente nella vendemmia, da un edificio abbandonato a Alba (Cuneo), precedentemente adibito a Centrale del latte.
L’intervento, condotto dai Carabinieri, sottolinea un problema complesso che interseca la precarietà lavorativa, l’edilizia abbandonata e la vulnerabilità sociale.
La situazione abitativa, ricavata all’interno di un immobile in condizioni igienico-sanitarie inaccettabili, rappresenta una risposta disperata a una domanda di lavoro spesso flessibile e mal retribuita.
L’episodio non è isolato: l’edificio era già stato oggetto di un controllo da parte della Polizia Municipale nel luglio precedente, a seguito di segnalazioni relative a forme di bivacco e insediamenti informali.
L’azione dei Carabinieri si inserisce in un quadro più ampio di contrasto al caporalato, un fenomeno che sfrutta la fragilità economica e la mancanza di alternative di lavoratori migranti, spesso relegati in condizioni di lavoro e di vita indegne.
Il fenomeno del caporalato non è solo una questione di sfruttamento lavorativo, ma alimenta anche dinamiche di illegalità e alimenta il mercato nero del lavoro, con conseguenze negative per l’economia legale e la sicurezza sociale.
Oltre all’allontanamento dei lavoratori, i Carabinieri si stanno adoperando per accertare le loro condizioni lavorative, verificando la regolarità dei rapporti di lavoro e l’eventuale coinvolgimento di datori di lavoro che potrebbero essere responsabili di sfruttamento.
È stato prontamente informato il Dipartimento di Prevenzione dell’ASL CN2, per valutare le implicazioni sanitarie della situazione e intervenire con misure di supporto.
Il NIL Carabinieri Cuneo, specializzato in attività di contrasto al caporalato, sarà coinvolto nelle indagini.
Inoltre, è stata richiesta la collaborazione del progetto “Common Ground”, un’iniziativa volta a fornire supporto e assistenza alle persone in difficoltà, per valutare le esigenze specifiche dei lavoratori e orientarli verso percorsi di inclusione sociale e abitativa.
L’obiettivo è non solo risolvere l’emergenza abitativa, ma anche offrire opportunità concrete di lavoro dignitoso e di accesso ai diritti fondamentali, affrontando le cause profonde della vulnerabilità che spinge persone a ricorrere a soluzioni abitative precarie e pericolose.
La vicenda pone l’attenzione sull’urgenza di politiche abitative inclusive e di strategie di contrasto al caporalato che coinvolgano tutti gli attori sociali e istituzionali.