Un’ondata di sconcerto e indignazione ha investito San Giuliano Milanese, innescata dall’intervento di abbattimento di fauna selvatica, specificamente conigli e nutrie, all’interno del Parco dei Giganti.
L’azione, condotta dalla Polizia Provinciale nella serata di ieri, è stata preannunciata dal Sindaco Marco Segala attraverso i canali social, nel tentativo di disinnescare potenziali reazioni negative, sottolineando l’assenza di elementi di pericolo per la cittadinanza e la presenza di forze dell’ordine (Carabinieri e Polizia Locale) per garantire l’ordine pubblico.
L’intervento si configura come parte di un piano regionale più ampio, volto al contenimento di specie considerate invasive, in linea con direttive nazionali.
La decisione di procedere all’abbattimento, come ha spiegato il Sindaco, è stata motivata da una valutazione approfondita del territorio e dalla constatazione di danni significativi alla stabilità degli alberi e alla fruibilità delle aree verdi da parte dei cittadini.
La presenza di queste specie, proliferando in maniera incontrollata, rappresenta una minaccia per l’equilibrio ecologico del parco e compromette la sicurezza pubblica, rendendo necessario un intervento mirato.
Nonostante le giustificazioni ufficiali, la comunità locale ha espresso un forte disappunto, criticando aspramente la modalità brutale e percepita come crudele dell’azione.
Il sentimento comune è quello di un’eccessiva violenza, amplificato dalla mancanza di una comunicazione preventiva, generando un senso di sorpresa e impotenza.
L’ironia, pur tentando di alleggerire la tensione, non riesce a celare la profonda contrarietà suscitata dall’evento.
La questione solleva interrogativi più ampi sulla gestione della biodiversità urbana e sulla necessità di trovare soluzioni alternative all’abbattimento, come programmi di controllo delle nascite, trasferimento in aree protette o pratiche di gestione predatoria sostenibile.
Si rende urgente un dibattito pubblico coinvolgente, che tenga conto delle preoccupazioni etiche e ambientali della comunità, al fine di definire strategie di convivenza più rispettose del benessere animale e della salvaguardia del patrimonio naturale.
L’azione, seppur motivata da precise direttive regionali e nazionali, ha evidenziato un profondo divario tra le decisioni prese a livello istituzionale e la sensibilità del territorio, richiedendo una revisione dei processi decisionali e una maggiore trasparenza nelle politiche di gestione del verde pubblico.
L’episodio al Parco dei Giganti si configura, dunque, come un campanello d’allarme per promuovere un approccio più empatico e sostenibile nella gestione del rapporto tra uomo e natura in contesti urbani.