L’autonomia differenziata, tema centrale al Meeting di Rimini, si configura non come un elemento di frammentazione nazionale, bensì come un’opportunità per rafforzare il tessuto connettivo del Paese.
Contrariamente a una strumentale interpretazione ideologica, l’autonomia rappresenta una sfida di governance, un esercizio di responsabilità istituzionale volto a rispondere in maniera più efficace e mirata ai bisogni specifici dei territori.
Come sottolineato dal Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, l’autonomia non dovrebbe essere un vessillo da esibire, ma un impegno concreto verso cittadini, imprese e comunità locali.
Si tratta di un processo che richiede ascolto attento e sensibile delle esigenze territoriali, un dialogo costruttivo tra le istituzioni e una visione orientata alla riduzione delle disparità e alla promozione di opportunità concrete.
L’approccio all’autonomia differenziata non può prescindere da un solido principio di solidarietà.
Non si tratta di creare barriere o di limitare i diritti fondamentali, ma di garantire un accesso equo a servizi essenziali, come sanità, istruzione e infrastrutture, per tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro residenza.
Un’autonomia efficace si traduce in un rafforzamento della coesione sociale e nella diminuzione del divario tra Nord e Sud del Paese.
L’analogia con il modello Giubileo – caratterizzato da una profonda collaborazione e da azioni concrete tra le diverse entità coinvolte – offre un’immagine potente di come l’autonomia possa essere implementata con successo.
Il Giubileo, infatti, non è solo un evento religioso, ma un paradigma di rinnovamento e di riconciliazione, che richiede un impegno condiviso e una visione di lungo termine.
L’autonomia differenziata implica, quindi, un cambio di mentalità, un passaggio da una logica centralizzata e spesso inefficiente a un sistema più flessibile e partecipativo.
Questo processo richiede la capacità di decentrare le decisioni, di responsabilizzare le amministrazioni locali e di stimolare l’innovazione a livello territoriale.
È fondamentale che le Regioni, pur mantenendo la propria identità e specificità, collaborino attivamente con il governo centrale per definire un quadro normativo chiaro e condiviso, che garantisca la trasparenza, l’efficienza e la sostenibilità del sistema.
La vera sfida dell’autonomia differenziata non risiede tanto nella definizione dei livelli di competenza, quanto nella capacità di creare un sistema di governance che favorisca la collaborazione, la trasparenza e la responsabilità.
Solo così sarà possibile trasformare l’autonomia in un motore di sviluppo economico, sociale e culturale per l’intera nazione.
L’autonomia non è un fine, ma uno strumento al servizio del bene comune.