La Città Metropolitana di Bari affronta con determinazione una sfida ambientale di crescente rilevanza: il contrasto all’abbandono illecito dei rifiuti, fenomeno che compromette il decoro urbano, danneggia l’ambiente e distorce la percezione della nostra terra.
In risposta a questa emergenza, l’amministrazione comunale ha varato un piano d’azione integrato, supportato da un investimento significativo di un milione e ottantacinquemila euro, risorse derivanti direttamente dalle sanzioni amministrative relative a comportamenti scorretti in materia di gestione dei rifiuti.
Questo approccio innovativo non si limita a una semplice operazione di pulizia, ma mira a implementare un sistema di controllo e prevenzione avanzato.
L’utilizzo strategico dell’intelligenza artificiale e di tecnologie all’avanguardia si propone di creare un sistema di monitoraggio capillare del territorio, in grado di identificare le aree più critiche e prevedere i flussi di abbandono.
L’analisi dei dati raccolti consentirà di ottimizzare le risorse, indirizzando gli interventi laddove l’impatto sarà maggiore.
In un primo intervento, già nei prossimi giorni, si interverranno sulle aree più problematiche, sulla base delle indicazioni emerse dal confronto con i sindaci dei 41 comuni metropolitani, un’azione coordinata che sottolinea l’importanza della collaborazione inter-comunale per affrontare un problema che trascende i confini amministrativi.
Un ulteriore passo fondamentale è l’avvio, previsto per settembre, della selezione del gestore dell’accordo quadro.
Questa figura professionale sarà responsabile, nel biennio successivo, della rimozione e dello smaltimento dei rifiuti abbandonati illegalmente, con particolare attenzione alle aree rurali e alle strade provinciali.
Il Sindaco Leccese ha utilizzato una metafora incisiva per descrivere la situazione attuale: il territorio barese, grazie al suo patrimonio culturale e paesaggistico, è diventato un polo attrattivo per il turismo, ma purtroppo anche per un “turismo dei rifiuti”, un fenomeno che rischia di offuscare le sue innegabili potenzialità.
I dati analizzati rivelano una preoccupante migrazione di rifiuti da un comune all’altro, direttamente correlata alla presenza o meno del servizio di raccolta differenziata porta a porta.
Un’analisi più approfondita ha evidenziato che il 56% delle sanzioni amministrative riguarda cittadini non residenti nel comune dove viene rilevata l’infrazione, un dato che suggerisce un fenomeno di “peregrinatione” dei rifiuti, in cui i comportamenti scorretti si spostano da un comune all’altro per eludere i controlli.
In considerazione di questa situazione, l’amministrazione comunale valuta attentamente la possibilità di inasprire le sanzioni, passando da sanzioni amministrative a sanzioni penali, una misura che si configura come un elemento cruciale per rafforzare la deterrenza e promuovere una cultura della legalità e del rispetto per l’ambiente.
L’obiettivo finale è riqualificare il territorio, preservandone la bellezza e valorizzandone il potenziale turistico, garantendo al contempo un ambiente salubre e sostenibile per tutti i cittadini.