Un’articolata operazione della Guardia di Finanza di Pisa ha svelato un sofisticato sistema di frode fiscale che ha sottratto alle casse dello Stato circa 1,8 milioni di euro, sfruttando le agevolazioni legate agli incentivi per l’edilizia.
Al centro dell’inchiesta, due imprenditori livornesi, rispettivamente di 50 e 60 anni, formalmente accusati di truffa aggravata ai danni dello Stato, ma indagati per un coinvolgimento che si estende ben oltre la mera gestione diretta delle attività fraudolente.
La dinamica della frode si è sviluppata attraverso un’abile manipolazione dei crediti d’imposta legati a interventi di riqualificazione energetica, antisismica e restauro delle facciate (Superbonus 110%, Sismabonus e bonus facciate), presentati come eseguiti in maniera del tutto fittizia o, laddove parzialmente realizzati, gonfiati in maniera artificiosa per massimizzare l’ammontare delle agevolazioni ottenute.
L’indagine, frutto di un’attenta attività di analisi finanziaria e investigativa, ha permesso di ricostruire un network complesso che coinvolge nove ulteriori soggetti, residenti nelle province di Pisa e Livorno, e una società con sede a Calci (Pisa) operante nel settore edile, ora sotto la lente per possibili responsabilità amministrative secondo il Decreto Legislativo 231/2001.
Quest’ultima, in particolare, potrebbe aver facilitato l’esecuzione dei reati commessi dai suoi amministratori.
Il fulcro del sistema era una società “cartiera”, priva di strutture operative, dipendenti e mezzi, gestita tramite un amministratore di comodo, il cui ruolo era quello di confermare documentalmente l’avvenuta realizzazione di lavori mai eseguiti.
Questo “terminale” si è rivelato cruciale per la creazione di una falsa documentazione, con la quale sono stati richiesti crediti d’imposta gonfiati, destinati poi a inarconire il patrimonio personale degli indagati.
L’azione decisa delle Fiamme Gialle ha permesso di intercettare e bloccare 1,3 milioni di euro di crediti d’imposta non ancora erogati, evitando un ulteriore danno erariale.
Il Tribunale di Pisa ha disposto un sequestro preventivo finalizzato alla confisca equivalente per un ammontare di oltre 500.000 euro, recuperando risorse destinate a beneficio della collettività e ponendo un freno a future attività illecite.
L’inchiesta evidenzia come la complessità degli incentivi fiscali, se non adeguatamente controllata, possa rappresentare un terreno fertile per comportamenti fraudolenti, richiedendo una maggiore vigilanza e controlli incrociati da parte delle autorità competenti per tutelare il patrimonio pubblico e garantire l’equità del sistema fiscale.
L’indagine è tutt’ora in corso e non esclude ulteriori sviluppi e l’individuazione di altri soggetti coinvolti.