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Arresto a Porto Sant’Elpidio: droga, pistola e aggressione

Nel cuore di Porto Sant’Elpidio, una routine di indagine si trasforma in un episodio di crescente tensione, culminando in un arresto e nel rinvenimento di un arsenale improvvisato.
L’operazione, frutto di un’attività di monitoraggio scaturita da crescenti segnalazioni relative alla presenza di attività di spaccio gestita da individui stranieri, si concretizza in un’irruzione mirata in via S.
Giovanni Bosco.

Verso le 23:00 del 19 agosto, una squadra di investigatori della Questura di Fermo, durante un controllo di routine, nota due individui sospetti seduti su un muretto: uno indossa un casco, l’altro porta a tracolla un marsupio nero, elemento quest’ultimo immediatamente riconoscibile agli agenti, avendo il suo possessore già attirato l’attenzione delle forze dell’ordine a luglio per reati legati allo spaccio e possesso di oggetti atti ad offendere.

La scoperta dell’identità del soggetto, di origine tunisina e noto alle autorità, scatena una reazione immediata.

L’uomo, percependo la situazione come compromettente, tenta una fuga disperata, liberandosi di oggetti che custodiva addosso e rifugiandosi in un’area verde adiacente.

La corsa si conclude con l’incalzare di un agente che riesce a bloccarlo, ma non prima che il tunisino, nel tentativo di divincolarsi, reagisca con violenza, inferendo colpi di calciata e pugno all’operante.
La colluttazione si fa intensa e drammatica, portando i due a precipitare da un’altezza di circa due metri all’interno di un giardino privato, danneggiando la recinzione.
La resistenza del giovane si protrae, richiedendo l’intervento di ulteriori colleghi per riportare la situazione sotto controllo.

Un approfondito controllo sul corpo dell’arrestato rivela l’occultamento di un sacchetto contenente dosi di eroina, pronte per la vendita, e una pericolosa lametta da cutter, accessorio che eleva il livello di allarme.
Mentre il giovane arrestato viene condotto in Questura, una squadra di agenti rimane sul posto per recuperare gli oggetti scaraventati durante la fuga.

La perquisizione si estende al giardino, dove, tra i detriti della recinzione, viene rinvenuto il marsupio lanciato durante l’azione, rivelando una scoperta ancora più allarmante: una pistola Bruni modello 84, calibro 9×19, in perfette condizioni operative, con caricatore inserito e quattro cartucce di calibro 7,65.

L’agente rimasto ferito durante la colluttazione viene soccorso e trasportato al pronto soccorso per le necessarie cure.

Il giovane, formalmente arrestato, è accusato di detenzione illegale di arma da fuoco, spaccio di stupefacenti e aggressione a pubblico ufficiale.
Il suo complice, invece, non oppone resistenza e, dopo essere stato identificato, viene rilasciato con il denaro sequestrato, il quale, a suo dire, era un regalo del cugino destinato al pagamento dell’affitto.
L’episodio solleva interrogativi sulle dinamiche della criminalità organizzata nel territorio e sulla necessità di un controllo sempre più rigoroso e proattivo.

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