L’arte della gioia: la serie diretta da Valeria Golino e prodotta da Sky Studios e Ht Film debutta con successo a Cannes, tratta dal romanzo di Goliarda Sapienza. Emergono dettagli su Maria Giudice, attivista sindacale del Novecento, madre di otto figli e figura politica femminile cruciale. Il libro offre uno sguardo approfondito sulla sua vita poliedrica, evidenziando il ruolo delle donne nell’Italia dell’Ottocento.

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L’arte della gioia, la serie diretta da Valeria Golino e prodotta da Sky Studios e Ht Film, ha debuttato con successo al Festival di Cannes prima di essere trasmessa in televisione. L’opera è un adattamento del romanzo postumo di Goliarda Sapienza, “L’arte della Gioia” (Einaudi), e ha catturato l’attenzione del pubblico italiano. Divisa in due parti, la prima è stata proiettata il 30 maggio mentre la seconda arriverà il 13 giugno nelle sale cinematografiche di tutta Italia.La trama segue le vicende di una giovane ragazza siciliana agli albori del ‘900 che si confronta con la sessualità e il desiderio di una vita diversa da quella fino ad allora conosciuta. Nel racconto di Golino, il corpo diventa strumento di conoscenza, protezione e ribellione, mentre le parole sono utilizzate per ricostruire un’identità smarrita in un mondo in costante cambiamento.Parallelamente alla storia narrata nella serie, emerge anche il legame tra l’autrice Goliarda Sapienza e sua madre Maria Giudice. Un libro curato da Nella Condorelli per Algra Editore rivela la figura straordinaria di Maria Giudice, una donna attivista che ricoprì ruoli prestigiosi nel sindacato nei primi anni del Novecento. Dopo essersi distinta come segretaria della Camera del Lavoro a Voghera e a Torino durante le lotte operaie dell’epoca, Maria Giudice si trasferì in Sicilia dove continuò la sua battaglia per i diritti dei lavoratori insieme al compagno Peppino Sapienza.Il libro offre uno sguardo approfondito sulla vita intensa e poliedrica di Maria Giudice: maestra elementare, sindacalista, anarchica, giornalista e antifascista. Il suo impegno politico si intrecciava con una vita privata altrettanto ricca e coinvolgente; fu madre affettuosa di otto figli e mantenne rapporti significativi con uomini che condividevano le sue ideali progressiste.Attraverso gli scritti di vari autori come Franco Garufi e Maria Rosa Cutrufelli presenti nel libro su Maria Giudice, emergono dettagli illuminanti sulla figura della sindacalista siciliana insieme ad altre donne attive nell’ambito politico dell’epoca. Il contributo delle donne come Francesca Verro nel movimento dei Fasci dei Lavoratori evidenzia il ruolo cruciale delle figure femminili nelle lotte sociali dell’Italia dell’Ottocento.In questo contesto storico-politico avvincente si inserisce anche l’incontro tra Goliarda Sapienza e Sandro Pertini che riconobbe nell’animo ribelle della madre della scrittrice un’anima anarchica. La narrazione collettiva degli studiosi presentati nel libro getta nuova luce su una figura femminile importante ma spesso dimenticata dalla storia ufficiale italiana.

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