Naturismo nelle Marche: Regolamentare, non reprimere, per una crescita sostenibile.

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La questione del naturismo nelle Marche, lungi dall’essere un mero tema di costume, si configura come una sfida complessa che richiede un’attenta riflessione da parte delle istituzioni regionali.

Gianluca Carrabs, esponente di Alleanza Verdi Sinistra e candidato al Consiglio Regionale, ha recentemente sollevato la questione in una conferenza stampa a Senigallia, in collaborazione con l’Associazione Naturista Italia (ANITA), proponendo una prospettiva innovativa: non reprimere, ma regolamentare.
L’approccio attuale, caratterizzato da una legislazione vaga o assente, alimenta incertezze, alimenta potenziali conflitti e preclude la possibilità di capitalizzare su un fenomeno sociale in crescita, spesso frainteso e stigmatizzato.
La regolamentazione, invece, offrirebbe una cornice chiara, definendo aree dedicate, garantendo la sicurezza dei praticanti e minimizzando le possibili interferenze con la sensibilità altrui.
Non si tratta di promuovere un’ideologia, ma di riconoscere un diritto alla libertà individuale, sancito dalla Costituzione, e di conciliare tale diritto con la tutela del bene comune.

Il naturismo, inteso come pratica consapevole e rispettosa, può rappresentare un’attrattiva turistica inedita, capace di intercettare un segmento di visitatori sempre più esigenti e alla ricerca di esperienze autentiche e immersive nella natura.

L’opportunità turistica non è l’unico beneficio potenziale.

La regolamentazione potrebbe favorire una maggiore consapevolezza e accettazione del naturismo, combattendo pregiudizi e stereotipi che spesso lo accompagnano.

Permetterebbe, inoltre, di promuovere un approccio più salutare e sostenibile, in linea con i valori di Alleanza Verdi Sinistra.
La discussione, dunque, deve superare la superficialità del dibattito pubblico e affrontare le implicazioni legali, sociali ed economiche della questione.

È necessario un confronto aperto e costruttivo che coinvolga istituzioni, associazioni di categoria, esperti legali e, soprattutto, i praticanti stessi.
La sfida non è semplice.

Richiede coraggio politico, capacità di ascolto e una visione lungimirante.
Ma l’opportunità di trasformare una potenziale fonte di conflitto in un’opportunità di crescita e sviluppo per le Marche è troppo importante per essere ignorata.

La regolamentazione, quindi, non è un atto di indulgenza, ma una scelta responsabile e progressista per il futuro della regione.

Il momento è adesso: è tempo che la politica marchigiana assuma la responsabilità di agire.

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