mercoledì 27 Agosto 2025
32.5 C
Palermo

Catania, l’Arte Urla: Il Silenzio Non È Più Un Lusso.

Attraversando le vie di Catania, un’epigrafe improvvisa si è imposta alla mia attenzione, generando una profonda inquietudine, un dolore sordo che ha risuonato nell’anima.
La scritta, un grido di ribellione, affermava che il silenzio è un lusso negato, un privilegio riservato a quando il sonno protegge l’infanzia, per poi esplodere in un urlo collettivo quando i bambini vengono strappati alla vita.

Questo messaggio potente, un monito urgente, è stato presentato dal direttore artistico della Biennale, Pietrangelo Buttafuoco, nell’atto solenne di preapertura della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica.

Un gesto che il direttore della Mostra, Alberto Barbera, definisce non solo appropriato, ma imprescindibile, di fronte all’orrore, all’indifferenza paralizzante che ci costringe a testimoniare un massacro inaccettabile, un abisso di sofferenza che non ammette alcuna giustificazione.

Buttafuoco ha scelto di rileggere un frammento delle “Troiane” di Euripide, un’opera intrisa di dolore materno, dedicata alla figura della nonna che dispera per la perdita del nipote, vittima della guerra.
Versi che evocano una pietà inaspettata, la compassione di un guerriero greco per le sorti dei suoi nemici abbattuti.

Un’antichissima rappresentazione letteraria che si trasforma in un’esperienza performativa, un percorso catartico, un esercizio di educazione civile.
Ma il contrasto è lacerante: la potenza delle parole di Euripide si scontra brutalmente con le cronache del nostro tempo, con le pagine sanguinose della realtà che ci circonda, con la quotidianità del dolore.

È in questo dialogo tra passato e presente, tra arte e coscienza, che la Biennale di Venezia, sotto la guida di Alberto Barbera, si erge a piattaforma di voce, concedendo la parola a Don Nandino Capovilla, sacerdote espulso da Israele, un testimone diretto della sofferenza.

Un atto di coraggio, un gesto che mira a sottrarre la tragedia alla speculazione mediatico-commerciale e alla strumentalizzazione politica, invocando la sacralità della verità come unica via verso una reale, profonda consapevolezza.
Si auspica che sia proprio la verità, nuda e scomoda, a illuminare le ombre dell’ingiustizia e a stimolare un’azione concreta, un impegno morale che possa finalmente spezzare il ciclo di violenza e disumanità.

Author:

- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -