mercoledì 27 Agosto 2025
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Trieste

Boris Pahor, 100 anni da un testimone cruciale del Novecento

Il 26 agosto, un giorno che evoca la memoria di un gigante culturale, segna il centenario della nascita di Boris Pahor, figura imprescindibile per comprendere le ferite e le speranze del Novecento.

Intellettuale e scrittore sloveno, profondamente radicato nel tessuto triestino, Pahor ha incarnato, con una lucida e implacabile onestà, la complessità di un’identità sospesa tra due mondi, tra la sua lingua madre e la cittadinanza italiana.
La sua scomparsa, avvenuta nel 2022 a 108 anni, ha lasciato un vuoto incolmabile nel panorama letterario e intellettuale.

Pahor non è stato un osservatore distaccato della storia, ma un testimone privilegiato, un protagonista attivo nelle vicende che hanno segnato il suo tempo.
La sua esperienza diretta dell’oppressione fascista, delle discriminazioni subite dalla minoranza slovena a Trieste, e l’orrore della deportazione nei campi di concentramento nazisti, hanno plasmato la sua voce e alimentato la sua opera.

*Necropoli*, capolavoro indiscusso, è la summa di questa esperienza, un affresco straziante della disumanizzazione e della perdita.

Ma altrettanto significative sono le opere come *Qui è proibito parlare*, *Il rogo nel porto* e *La villa sul lago*, ognuna delle quali offre una prospettiva unica e penetrante sul contesto storico e umano che le ha generate.
La traduzione in decine di lingue attesta la rilevanza universale del suo messaggio.

Il centenario della nascita coincide con l’ottantesimo anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale, un ulteriore motivo per onorare la memoria di Pahor.
Il Comitato Pace e Convivenza Danilo Dolci e il Centro Italo Sloveno di Trieste, con un gesto simbolico, hanno deposto fiori sulla sua tomba a Sant’Anna, testimoniando la sua importanza per la comunità.
La sua vita è stata un percorso di testimonianza e impegno civile, un costante richiamo alla memoria dei crimini del passato e un’esortazione alla costruzione di un futuro basato sulla giustizia e sulla solidarietà.
Fin dalla tenera età, quando il ricordo dell’incendio del Narodni Dom, simbolo della cultura slovena, si imprimette nella sua memoria, Pahor ha dimostrato una sensibilità acuta nei confronti delle ingiustizie e un’incrollabile fede nei valori umanistici.

La sua figura si erge come emblema dell’antifascismo e dell’antirazzismo, con uno sguardo sempre rivolto alla difficile, complessa, ma imprescindibile costruzione europea, un progetto di pace e convivenza che lui stesso ha contribuito a promuovere con la sua voce e il suo esempio.
La sua eredità intellettuale resta un patrimonio inestimabile per le generazioni future, un invito a non dimenticare, a vigilare e a costruire un mondo più giusto e umano.

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