lunedì 15 Settembre 2025
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Caso Orioli-Andreotta: incontro col Garante, una richiesta di giustizia.

In un gesto di profonda sensibilità istituzionale, la Garante regionale per i diritti delle vittime di reato, delle persone private della libertà personale, per il diritto alla salute e la tutela degli anziani, Tiziana Silletti, ha accolto Olimpia Orioli, madre di Luca Orioli, figura tragicamente scomparsa insieme a Marirosa Andreotta il 23 marzo 1988 a Policoro.

L’incontro, svoltosi nel cuore del Palazzo del Consiglio regionale, ha rappresentato un momento di ascolto e riconoscimento per una vicenda che, a distanza di oltre trentacinque anni, continua a gravare sul tessuto sociale lucano e ad alimentare un interrogativo irrisolto.

Olimpia Orioli ha espresso un’emozione palpabile, descrivendo l’incontro come un’apertura cruciale dopo un lunghissimo periodo di silenzio e, a suo dire, di mancata attenzione istituzionale.
La sua battaglia, ha chiarito, trascende ormai il ricordo del figlio Luca, elevandosi a un’istanza di giustizia più ampia e universale.
Non si tratta più soltanto di ricercare la verità sulla tragica perdita del figlio, ma di garantire che il dolore e la sofferenza di una famiglia possano tradursi in un impulso positivo per il sistema giudiziario, affinché operi con equità e imparzialità per ogni cittadino.
Questa presa di parola, carica di significato, suggerisce un desiderio di superare la dimensione personale del lutto per contribuire a un cambiamento strutturale che possa evitare che altre famiglie si trovino ad affrontare simili drammi.
La Garante Silletti, con la decisione di portare la questione all’attenzione del Consiglio regionale della Basilicata, ha sottolineato l’imperativo di una risposta istituzionale tempestiva e costante di fronte al dolore delle vittime.
L’incontro non si configura come un atto di pietà fine a sé stesso, bensì come un impegno concreto a illuminare una realtà complessa, in cui la sofferenza individuale si intreccia con interrogativi ancora aperti sulla gestione della giustizia.

La presenza istituzionale deve andare oltre la semplice constatazione del dolore, assumendo un ruolo attivo nel fornire supporto emotivo, psicologico, culturale ed economico alle vittime, liberandole dal peso spesso insostenibile della difesa dei propri diritti.

Questo approccio, improntato a un’attenzione olistica, mira a rafforzare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e a promuovere una cultura della legalità basata sulla trasparenza e sull’imparzialità.
La vicenda Orioli-Andreotta, dunque, diventa un catalizzatore per riflettere sulle responsabilità del sistema giudiziario e sull’importanza di garantire alle vittime la tutela che meritano, non solo a livello individuale, ma come pilastro fondamentale di una società giusta e coesa.

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