Etna erutta: attività stromboliana e colate laviche persistono.

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L’Etna, gigante stratovulcano che domina la Sicilia, continua a manifestare una dinamica eruttiva caratterizzata da attività stromboliana intermittente, principalmente concentrata nel settore del Cratere di Sud-Est.

Queste esplosioni, di intensità variabile, proiettano frammenti di lava incandescente e nubi di cenere che, rapidamente disperse dalle correnti atmosferiche in alta quota, rappresentano un fenomeno transitorio ma osservabile.
Parallelamente, persistono colate laviche, alimentate da fratture tettoniche in corrispondenza di tre aperture situatesi a quote elevate, testimoniando la complessa rete di faglie e condotti magmatici che alimentano l’eruzione.
L’analisi dei dati sismici rivela un quadro di attività vulcanica sostenuta.
Il tremore vulcanico, un segnale acustico e vibrazionale associato al movimento del magma, mantiene un’ampiezza elevata, sebbene con fluttuazioni indicative di variazioni nel flusso magmatico.
Il centroide di queste sorgenti sismiche, ovvero la regione da cui si irradia il segnale, si localizza con precisione nell’area del Cratere di Sud-Est, a un’altitudine compresa tra i 2900 e i 3000 metri sul livello del mare, consolidando l’identificazione di questo cratere come epicentro dell’attuale episodio eruttivo.
Un elemento significativo è il recente incremento nell’attività infrasonica, registrato a partire dalle ore 08:15 circa.

Questi eventi, caratterizzati da basse frequenze sonore, mostrano un aumento sia nel numero che nell’energia, con ampiezze che oscillano tra media e alta, e una localizzazione coerente con l’area del Cratere di Sud-Est.
Questa intensificazione potrebbe riflettere un aumento della frammentazione del magma o un cambiamento nel processo eruttivo.

Le reti di monitoraggio della deformazione del suolo, cruciali per comprendere l’accumulo di pressione all’interno del vulcano, non rilevano al momento variazioni significative rispetto ai giorni precedenti.
Questo suggerisce che, nonostante l’attività eruttiva in corso, la pressione all’interno del sistema vulcanico non sta accumulandosi in modo anomalo, almeno in termini misurabili attraverso questi strumenti.

In considerazione dell’attività in atto, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) di Catania ha mantenuto l’avviso per il traffico aereo a livello “arancione” (VONA – Volcano Observatory Notice for Aviation).
Questo livello di allerta indica che l’eruzione, pur non impattando direttamente l’operatività dell’Aeroporto Internazionale Vincenzo Bellini di Catania, rappresenta un potenziale rischio per l’aviazione a causa della possibile dispersione di cenere nell’atmosfera, che possono danneggiare i motori degli aeromobili.

La costante sorveglianza e l’aggiornamento delle informazioni in tempo reale sono essenziali per garantire la sicurezza dei voli e per informare la popolazione.
L’Etna, custode di una potenza tellurica millenaria, continua la sua danza di fuoco e roccia, offrendo uno spettacolo grandioso e ricordandoci la forza inarrestabile della natura.

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