venerdì 29 Agosto 2025
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Etna: Allerta F1, Monitoraggio Intensificato e Restrizioni

L’attività vulcanica sull’Etna, costantemente monitorata dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) di Catania, sta manifestando segnali premonitori di un’imminente attività effusiva.

La sorveglianza strumentale, integrata da sofisticati algoritmi di analisi, ha rilevato anomalie nei parametri vulcanici, innescando l’attivazione del sistema di allerta Etnas e il conseguente innalzamento del livello di allerta a F1.

Questa decisione, comunicata dal Dipartimento Regionale della Protezione Civile, implica la chiusura alle aree sommitali del vulcano, al di sopra dei 2.500 metri di quota, con l’obiettivo primario di garantire la sicurezza pubblica.
Il sistema Etnas, un’architettura complessa di monitoraggio e risposta, si basa su un software avanzato che elabora dati in tempo reale provenienti da una rete di sensori distribuiti lungo i fianchi e la vetta dell’Etna.

Questi sensori, tra cui sismografi, inclinometri, GPS e termocamere, misurano costantemente deformazioni del suolo, frequenza e intensità dei terremoti vulcanici, variazioni del campo gravitazionale e temperatura superficiale.
L’analisi combinata di questi dati permette di identificare cambiamenti sottili nel comportamento del vulcano, spesso antecedenti a fenomeni eruttivi.

Il software di analisi, sviluppato in collaborazione tra l’INGV e la Protezione Civile, ha la capacità di confrontare i valori attuali con soglie prestabilite, derivanti da studi approfonditi sulla storia eruttiva dell’Etna.

Quando i parametri superano tali soglie, il sistema innesca automaticamente un’allerta, che viene trasmessa alla Protezione Civile regionale.

La Protezione Civile, a sua volta, attiva il protocollo di emergenza, comunicando immediatamente alle autorità locali – comuni, carabinieri, vigili del fuoco – la necessità di chiudere le aree a rischio.
La chiusura degli accessi, che include sentieri escursionistici e strade, è cruciale per prevenire l’afflusso di persone nelle zone potenzialmente pericolose durante un’eruzione.

L’evento di attività stromboliana, precursore dell’eruzione, si manifesta con esplosioni di gas e magma dalla sommità del vulcano, accompagnate da emissioni di lapilli e cenere.

Sebbene queste esplosioni possano essere di intensità variabile, la loro frequenza e potenza crescente indicano un aumento della pressione all’interno della camera magmatica sottostante.

La sorveglianza vulcanica sull’Etna è un processo continuo e dinamico, che richiede una costante attenzione e un aggiornamento continuo dei modelli previsionali.
L’efficacia del sistema Etnas risiede nella sua capacità di integrare dati scientifici, tecnologia avanzata e protocolli operativi, contribuendo a mitigare i rischi associati all’attività vulcanica e a proteggere le comunità che vivono alle pendici del vulcano.
Il monitoraggio non si limita solo agli aspetti vulcanologici ma include anche la valutazione dei rischi idrogeologici legati alla presenza di depositi piroclastici e alla possibilità di frane indotte dalle eruzioni.

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