martedì 2 Settembre 2025
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Etna: Strombolianesimo e Colate Laviche, Avviso Arancione

L’Etna continua a manifestare una complessa e dinamica attività vulcanica, dominata da un persistente strombolianesimo al Cratere di Sud-Est, intrecciato a un’effusione lavica in più punti del vulcano.
L’attività stromboliana, sebbene di intensità variabile, si articola in esplosioni discrete e sporadiche, con emissioni di cenere che, rapidamente disperse dai venti in quota, minimizzano l’impatto a livello sommitale.

Durante le fasi più vigorose, l’incremento del numero di esplosioni è accompagnato dall’espulsione di prodotti piroclastici che superano l’orlo craterico, a testimonianza della forza intrinseca del sistema magmatico sottostante.

Parallelamente, due distinti campi lavici risultano attivamente alimentati.
La bocca effusiva situata a 2.980 metri continua a fornire materiale fuso che alimenta un ampio campo lavico.
Tale campo, caratterizzato da una struttura complessa con almeno tre flussi principali, si ramifica ulteriormente in flussi secondari più piccoli in area distale.

Il fronte più avanzato di questi flussi, al momento dell’osservazione, si attestava a circa 2.350 metri, in prossimità delle storiche bocche del 1610 e del Monte Pecoraro, aree di particolare significato nella cronologia eruttiva del vulcano.
In contrasto con l’attività ancora in corso, i campi lavici prodotti dalle bocche situate a 3.100 e 3.200 metri mostrano dinamiche differenti.
Quest’ultimo, in particolare, continua a essere alimentato, con il fronte più avanzato che si estende in direzione Sud-est, raggiungendo una quota di circa 2.870 metri.

Il campo lavico associato alla bocca di 3.100 metri, invece, risulta quiescente, in fase di raffreddamento, indicando una variazione nel regime di eruzione.
L’attività sismica, elemento cruciale per il monitoraggio vulcanico, presenta un quadro caratterizzato da un tremore vulcanico di ampiezza elevata, il cui centroide si confina costantemente nell’area del Cratere di Sud-Est, a una quota di circa 3.000 metri.

Dopo un picco di attività infrasonica registrata nelle ultime ore, si osserva una diminuzione sia del tasso di accadimento che dell’ampiezza degli eventi.

Questi ultimi, di intensità bassa e media, rimangono localizzati nel Cratere di Sud-Est.

La rete di monitoraggio della deformazione del suolo non ha rilevato variazioni significative rispetto ai giorni precedenti, suggerendo una relativa stabilità del vulcano, sebbene in un contesto di attività complessa.

In considerazione di questi dati, l’avviso per il traffico aereo emesso dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV) di Catania rimane di livello arancione, indicando un’attenzione elevata ma non di emergenza.
Tale situazione non pregiudica l’operatività dell’aeroporto internazionale Vincenzo Bellini di Catania, che continua a garantire i collegamenti aerei secondo il normale programma.

L’Etna, vulcano attivo più alto d’Europa, continua dunque a rappresentare un sistema dinamico e complesso, costantemente monitorato per garantire la sicurezza delle popolazioni e delle attività economiche circostanti.

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