mercoledì 10 Settembre 2025
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Crisi d’impresa in Sardegna: più strumenti, più speranza.

La fragilità del tessuto imprenditoriale sardo, come in altre regioni italiane, si manifesta con sempre maggiore chiarezza, richiedendo un approccio proattivo e strutturato per la gestione delle crisi e, soprattutto, per la loro prevenzione.

I dati recenti, elaborati da Unioncamere e rielaborati dall’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna, rivelano una crescente consapevolezza e un utilizzo sempre più diffuso di strumenti di risoluzione alternativa delle controversie, in particolare la composizione negoziata della crisi d’impresa.

Nel primo semestre del 2025, l’accesso a questa procedura ha coinvolto 46 imprese sarde, evidenziando un tentativo concreto di fronteggiare difficoltà finanziarie e riorganizzare i rapporti con i creditori.

Il dato incoraggiante è che quasi il 37% di queste iniziative ha portato a esiti positivi: accordi sottoscritti tra debitore, creditori e un esperto indipendente, contratti che preservano la continuità aziendale e, in un caso, l’avvio di altre procedure di regolamentazione.

Il supporto a questa attività cruciale è garantito da una rete di 71 esperti in conciliazione, distribuiti capillarmente sul territorio: Cagliari, con 36 professionisti, Nuoro, Oristano e Sassari, con una presenza più limitata ma significativa.

La composizione di questa rete è prevalentemente costituita da commercialisti (78,8%), seguiti da avvocati (19.9%), riflettendo la natura multidisciplinare delle problematiche aziendali.

Secondo Giacomo Meloni, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, questo incremento nell’utilizzo di strumenti di risanamento è un segnale positivo che offre a molte aziende in difficoltà la possibilità di rimanere operative, riequilibrando la propria situazione finanziaria.

Tuttavia, è fondamentale sottolineare che l’efficacia di questi strumenti è strettamente legata alla tempestività dell’intervento: le piccole imprese, in particolare, necessitano di un supporto mirato e rapido per evitare che le difficoltà si aggravino e compromettano la loro sopravvivenza.
Parallelamente alla composizione negoziata, altre procedure come la liquidazione giudiziale e il concordato semplificato continuano ad essere utilizzate, anche se con finalità differenti.
Il focus, tuttavia, non dovrebbe limitarsi alla gestione della crisi in sé, ma concentrarsi sull’adozione di buone pratiche gestionali che permettano di anticipare e prevenire i segnali di allarme.

La pianificazione strategica, l’analisi costante dei flussi finanziari, la diversificazione dei mercati e l’implementazione di sistemi di controllo di gestione efficienti rappresentano strumenti indispensabili per ridurre il rischio di crisi e garantire la sostenibilità nel tempo.
In definitiva, la resilienza del tessuto imprenditoriale sardo dipende dalla capacità di coniugare la prontezza nell’affrontare le difficoltà con l’impegno costante nella prevenzione e nel miglioramento continuo.
È un investimento nel futuro, un pilastro fondamentale per lo sviluppo economico e sociale della regione.

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