martedì 9 Settembre 2025
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Catania, ondata di violenza: crisi di governance e lotta per il potere.

L’ondata di violenza che ha colpito Catania, con reiterate sparatorie dirette contro esercizi commerciali e abitazioni private, rappresenta un sintomo preoccupante di una profonda crisi di governance criminale, esacerbata da dinamiche socio-economiche complesse.

Le parole del procuratore Francesco Curcio, rilasciate a La Sicilia, delineano uno scenario allarmante, ma anche l’impegno delle istituzioni a rispondere con decisione.

Lungi dall’essere episodi isolati, questi atti di intimidazione e aggressione sono il prodotto di una frammentazione interna alle organizzazioni criminali.

La contesa per il controllo delle “piazze” di spaccio, epicentro dell’attività illecita più redditizia, ha innescato una spirale di violenza che mette a rischio la sicurezza dei cittadini.

Questa frammentazione, a differenza di modelli organizzativi più strutturati del passato, genera instabilità e un’elevata propensione alla vendetta, rendendo più difficile l’identificazione dei responsabili e la prevenzione di nuovi episodi.

Il procuratore Curcio evidenzia come l’uso della violenza armata non sia un fenomeno nuovo, ma si intensifichi in questa fase storica.

La dipendenza dalla sostanza stupefacente, elemento chiave di questa criminalità, costituisce un fattore di perpetuazione del ciclo vizioso: ogni acquisto alimenta le dinamiche criminali, corroborando il potere di chi gestisce il traffico di droga e contribuendo alla distruzione di vite umane.

Il consumatore, anche se privo di precedenti penali, si rende inavvertitamente complice di un sistema che depreda la comunità.
La ricostruzione delle dinamiche criminali è un processo complesso che richiede l’analisi di molteplici piste investigative.
L’ipotesi più probabile, come sottolinea il magistrato, è quella di una lotta per il controllo del territorio, dove il profitto derivante dalla vendita di sostanze stupefacenti rappresenta la posta in gioco.

Questo conflitto non riguarda solo la spartizione del potere, ma anche la gestione di un mercato nero che distorce l’economia legale e corrode il tessuto sociale.

La possibilità di un’escalation del conflitto armato è un rischio concreto che richiede un’attenzione costante.
Tuttavia, il procuratore Curcio trasmette un messaggio di fiducia, sottolineando la coesione e la collaborazione tra le forze dello Stato – Prefettura, Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza – nell’impegno a contrastare la criminalità organizzata.

Questa sinergia istituzionale è essenziale per affrontare una sfida che trascende le competenze di una singola forza di polizia.

Le risorse impiegate sono significative, sia in termini di personale che di mezzi.

L’azione dello Stato si propone di ripristinare un clima di legalità e sicurezza, garantendo che i cittadini “perbene” possano vivere senza paura.
L’appello finale è rivolto a coloro che frequentano le zone ad alta criminalità: il loro comportamento, anche se apparentemente innocuo, rafforza indirettamente la presenza mafiosa e ostacola il lavoro delle istituzioni.
La legalità, in questa circostanza, non è solo un obbligo giuridico, ma un dovere civico che riguarda tutti.

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