martedì 2 Settembre 2025
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Ravenna: Palazzo Guiccioli, musica e l’eco di Byron.

A Ravenna, nel cuore di un dialogo intersecato tra letteratura e musica, Palazzo Guiccioli, restituito alla città dalla Fondazione Cassa di Risparmio, si appresta a divenire un palcoscenico per l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini.
Un ciclo di tre concerti, fissato per i venerdì 5, 12 e 19 settembre alle 21:30, offre un’immersione nel sublime universo cameristico di alcuni dei più grandi compositori del Romanticismo e del Classicismo, proiettando una luce inedita sulle loro connessioni intime.

La scelta di Palazzo Guiccioli, luogo intriso della memoria di Lord Byron, figura chiave per la cultura romantica italiana, non è casuale.
Il poeta inglese, con la sua irruenza emotiva e il suo spirito ribelle, ha lasciato un’eredità che risuona profondamente nell’animo di molte opere musicali del periodo, un’eredità che l’Orchestra Giovanile Cherubini si propone di esplorare.

Le pagine che risuoneranno tra le sue mura, infatti, non sono semplici intrattenimenti, ma specchi di un’epoca tormentata, animata da ideali di bellezza e passione che trascendono il mero virtuosismo.

Il primo appuntamento (5 settembre) vede un ensemble di archi e fiati confrontarsi con il Settimino in mi bemolle maggiore Op.
20 di Beethoven.

Un’opera giovanile, un gioiello di transizione che incrocia le convenzioni del Settecento con la nascente sensibilità del Romanticismo.

Composto tra la fine del XVIII secolo e l’inizio del XIX, il Settimino rappresenta un’istantanea di un’epoca in trasformazione, un momento di sospensione tra tradizione e innovazione.

Il 12 settembre, un ottetto di fiati accende un dialogo appassionato tra Beethoven e Mozart.

L’Ottetto Op.
103 di Beethoven, pur conservando echi delle spensierate serenate viennesi, si confronta con la Serenata N.
12 K 388 di Mozart.
Quest’ultima, in particolare, si distingue per la sua tonalità in do minore, un elemento che evoca una potenza trascendente, quasi una forza fatale che permea l’intera composizione, suggerendo un’inquietudine latente e una profondità emotiva inaspettata.
Il ciclo si conclude il 19 settembre con un quintetto d’archi che contrappone la vivacità dell’Allegro per archi in do maggiore di Donizetti al Quintetto N.

2 Op.

87 di Mendelssohn.
Donizetti, con la sua allegria contagiosa, dialoga con la commovente introspezione di Mendelssohn, creando un contrasto dinamico tra esuberanza e profonda meditazione, tra la superficie scintillante e le correnti sotterranee dell’animo umano.

L’ingresso è libero, e il Museo Byron e del Risorgimento rimarrà aperto fino alle 21, offrendo un’opportunità unica per approfondire il contesto storico-culturale che ha plasmato queste opere immortali.
Un invito a lasciarsi trasportare dalle note, a perdersi nella bellezza dei suoni e a riscoprire la forza evocativa della musica.

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