Un uomo di trentatré anni, cittadino albanese, è stato arrestato a Città della Pieve con l’accusa di gravi reati che coinvolgono due donne, una minorenne e una giovane adulta.
L’intervento, orchestrato dai Carabinieri, ha portato alla sua detenzione in carcere su disposizione del Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) di Perugia, in attuazione di un’ordinanza di custodia cautelare.
Le accuse contestate sono di natura allarmante: violenza sessuale, spaccio di sostanze stupefacenti, in particolare cocaina, e resistenza a pubblico ufficiale.
L’arresto rappresenta il culmine di un’indagine complessa, avviata a seguito di segnalazioni convergenti che avevano destato la preoccupazione delle autorità locali.
I Carabinieri della Compagnia di Città della Pieve, supportati dall’Unità di Intervento Operativo del terzo reggimento di Milano, hanno condotto le operazioni investigative, ricostruendo una sequenza di eventi che si sarebbero protratti tra la fine di luglio e il mese di agosto.
La ricostruzione degli eventi, fornita dalla Procura di Perugia, dipinge un quadro di abusi ripetuti, commessi con modalità che suggeriscono una pregressa tendenza alla prevaricazione e alla mancanza di rispetto per l’integrità fisica e psicologica delle vittime.
La Procura ha raccolto elementi che indicano come l’uomo, in una delle circostanze, abbia approfittato di un momento di vulnerabilità per offrire una dose di cocaina, potenzialmente con l’intento di ostacolare la capacità di resistenza della vittima.
Il GIP ha ritenuto congruenti i presupposti presentati dall’Ufficio Procura, guidato da Raffaele Cantone, evidenziando la concreta possibilità che l’indagato possa reiterare condotte analoghe, qualora fosse rilasciato.
Tale valutazione è stata supportata dalla gravità e dall’univocità delle prove raccolte, unite a elementi che testimoniano una pericolosità sociale manifesta, suggerendo una potenziale compromissione del suo equilibrio psicologico e comportamentale.
L’ordinanza di custodia cautelare mira a garantire la sicurezza delle potenziali vittime e a preservare l’ordine pubblico, in attesa del prosseguimento delle indagini e del processo.
L’evento solleva interrogativi urgenti sulla prevenzione di tali crimini e sulla necessità di rafforzare i servizi di supporto per le vittime di violenza sessuale e per i soggetti a rischio.