venerdì 5 Settembre 2025
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Teodora, la mascotte di Monte Urpinu: polemiche e futuro incerto.

Il caso di Teodora, la mascotte di Monte Urpinu, ha acceso un dibattito acceso nella comunità locale, sollevando questioni complesse legate al benessere animale, al ruolo del Comune e al rapporto tra uomo e natura urbana.
La sua temporanea rimozione dal parco, un’area verde cara ai frequentatori, ha generato un’ondata di reazioni, concretizzatasi in petizioni, appelli pubblici e una formale interrogazione presentata in consiglio comunale dalla consigliera di Fratelli d’Italia, Stefania Loi.
La richiesta unanime è quella di riportare Teodora, incrocio tra dogo argentino e labrador, nel suo habitat naturale, il parco di Monte Urpinu, luogo che per anni è stato il palcoscenico della sua esistenza.
Tuttavia, la decisione dell’amministrazione comunale, mediata dall’assessora all’ambiente Luisa Giua Marassi, si è rivelata un punto di rottura.
La motivazione ufficiale risiede nella necessità di garantire il benessere di Teodora e di perseguire un percorso di adozione responsabile, che tenga conto delle sue esigenze etologiche specifiche.

La permanenza prolungata in un recinto, pur curato e gestito da operatori dedicati, si è dimostrata insostenibile a lungo termine.

L’isolamento, la carenza di interazioni umane continue e la limitata possibilità di socializzazione hanno generato in Teodora stati di stress che si manifestavano con tentativi di fuga, potenzialmente pericolosi per lei stessa e per gli altri frequentatori del parco.

Un ambiente confinato, privo di stimoli adeguati e di opportunità di sviluppo sociale, non costituisce un contesto ottimale per la crescita psico-fisica di un cane, specie di taglia e con l’indole di Teodora.

Attualmente, Teodora risiede in un canile, in un ambiente protetto e monitorato, in attesa di trovare una famiglia adottiva.
L’amministrazione comunale sottolinea che l’obiettivo primario è quello di tutelare la sua natura di cane, offrendole le condizioni di vita più adatte al suo benessere.
La richiesta di reintroduzione nel parco, pur comprensibile, appare in contrasto con questo approccio olistico e attento alla sua reale condizione.
L’assessora Giua Marassi invita la comunità a considerare la possibilità di visitare Teodora nel canile, offrendo un po’ di conforto e, possibilmente, valutando l’adozione.

Questo gesto, a suo dire, rappresenterebbe un atto di vera compassione e una soluzione più lungimirante rispetto al semplice ritorno al parco.

La consigliera Loi, tuttavia, respinge questa argomentazione, sostenendo che il desiderio di riportare Teodora a Monte Urpinu non è solo una questione di affetto, ma una coerenza con le normative sul benessere animale e con lo spirito di una comunità che ha sempre dimostrato di saper accoglierla e prendersi cura di lei.
La sua battaglia continua, alimentata dalla convinzione che il parco sia il luogo naturale per Teodora e che la sua presenza sia un valore per l’intera comunità.

Il caso di Teodora si configura quindi come un campanello d’allarme, aprendo un confronto necessario sulle responsabilità del Comune nei confronti degli animali in ambiente urbano e sulla necessità di conciliare la tutela del benessere animale con le esigenze e le aspettative della comunità.

La vicenda solleva interrogativi fondamentali sul ruolo degli spazi verdi urbani, sulla loro gestione e sull’importanza di promuovere un rapporto più consapevole e responsabile tra uomo e natura.

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