La sanità marchigiana è al centro di un acceso dibattito in vista delle elezioni regionali, con il candidato di Fratelli d’Italia, Nicola Baiocchi, a difendere con forza l’operato della giunta Acquaroli e a replicare alle accuse del Partito Democratico e del suo candidato alla presidenza, Matteo Ricci.
L’attacco si concentra su un contrasto profondo: la visione di una sanità radicata nel territorio, accessibile a tutti, contrapposta a un modello centralizzato e potenzialmente elitario.
Baiocchi denuncia come, negli anni del governo dem, la rete sanitaria regionale abbia subito un profondo ridimensionamento, con la chiusura o la riconversione di ben tredici strutture ospedaliere situate in aree interne e periferiche.
Si tratta di presidi sanitari essenziali per comunità spesso anziane e con difficoltà di accesso ai servizi centralizzati, come quelli di Sassocorvaro, Fossombrone, Cagli, Chiaravalle, Recanati, Tolentino e Montegiorgio, solo per citarne alcuni.
Questa strategia ha avuto come conseguenza diretta l’incremento dei pazienti costretti a cercare cure al di fuori dei confini regionali, con un impatto economico e sociale significativo per le famiglie e per il sistema sanitario nel suo complesso.
La giunta Acquaroli, secondo Baiocchi, ha intrapreso un percorso diametralmente opposto, scegliendo la via della costruzione e del potenziamento, anziché della demolizione.
Un approccio che si traduce nella realizzazione di dieci nuovi ospedali, nel rafforzamento delle strutture esistenti e in investimenti mirati a garantire una presenza capillare dei servizi sanitari su tutto il territorio regionale.
Questa strategia non si limita alla costruzione di nuove infrastrutture, ma include anche un’attenzione particolare al miglioramento dell’offerta di servizi, con l’apertura di oltre trenta punti salute, il sostegno alle farmacie di comunità e l’avvio di progetti innovativi come le case e gli ospedali di comunità.
La solidità finanziaria della sanità marchigiana costituisce un ulteriore elemento di contrasto.
Mentre molte regioni italiane si trovano ad affrontare criticità economiche, le Marche vantano conti in attivo, un risultato che testimonia una gestione oculata delle risorse e la capacità di investire in modo strategico nel sistema sanitario.
Questa situazione, sottolinea Baiocchi, è un dato di fatto che smentisce le accuse di immobilismo e inefficienza mosse dall’opposizione.
La visione del centrodestra si configura come un modello di sanità diffusa e di prossimità, capace di rispondere alle esigenze specifiche di ogni comunità, in contrapposizione al progetto di ospedali unici promosso dal candidato del centrosinistra, Ceriscioli, e dal PD.
Questa differenza di approccio evidenzia una diversa concezione del ruolo della sanità pubblica: uno strumento di inclusione sociale e di tutela della salute di tutti, o un servizio concentrato in poche strutture di eccellenza accessibili solo a una parte della popolazione?La sfida elettorale si presenta quindi come una scelta tra due modelli inconciliabili: un futuro di sanità radicata nel territorio, accessibile e finanziariamente sostenibile, o un ritorno a politiche che hanno dimostrato di indebolire la rete sanitaria e di penalizzare le comunità più fragili.
Le parole, contro i fatti, è la sintesi del contrasto che anima la campagna elettorale marchigiana.