La città di Genova è stata teatro, nelle ultime ore, di un significativo confronto istituzionale incentrato sul futuro dello stabilimento siderurgico ex Ilva di Cornigliano.
La visita del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha rappresentato un’occasione cruciale per delineare le strategie governative volte a rilanciare il sito, un’area di primaria importanza strategica per l’economia ligure e nazionale.
Il piano, al centro del dibattito, prevede l’implementazione di un forno elettrico di nuova generazione.
L’infrastruttura, concepita come elemento cardine di un più ampio progetto di decarbonizzazione dell’industria siderurgica del Nord Italia, non si limiterebbe a fornire energia all’impianto di Cornigliano, ma alimenterebbe anche stabilimenti di Racconigi e Novi Ligure, consolidando un polo industriale integrato.
Questa visione, sostenuta con fervore dalle organizzazioni sindacali, che vedono nel progetto un motore di occupazione e sviluppo, si scontra con una crescente opposizione, manifestata da diversi comitati cittadini.
Le loro preoccupazioni, profondamente radicate in una sensibilità ambientale e in una diffidenza verso interventi industriali di tale portata, spaziano dall’impatto sulla qualità dell’aria e sull’ecosistema locale alla gestione dei rifiuti e dei potenziali rischi per la salute pubblica.
L’agenda ministeriale, accolto con i dovuti onori dalla Prefetta Cinzia Torraco, ha previsto incontri mirati a raccogliere il parere di tutti gli attori coinvolti.
Oltre al Presidente della Regione Liguria, Marco Bucci, e alla Sindaca di Genova, Silvia Salis, il Ministro ha dedicato tempo ad ascoltare le opinioni di assessori regionali e comunali, dei capigruppo del consiglio regionale e comunale, nonché di rappresentanti del Parlamento e del Parlamento Europeo.
Si tratta di un approccio volto a garantire una visione condivisa e inclusiva, necessaria per affrontare le complessità legate a un intervento di tale portata.
Il dialogo con le organizzazioni sindacali e le rappresentanze delle categorie economiche ha permesso di approfondire le aspettative e le proposte per il rilancio industriale del sito.
Parallelamente, l’incontro con i comitati, sia quelli contrari al forno elettrico che quelli che ne sostengono la realizzazione, ha rappresentato un momento delicato, volto a mitigare le divergenze e a individuare possibili aree di compromesso.
La partecipazione, anche se non unanime, dei comitati, testimonia l’importanza di un confronto aperto e trasparente, fondamentale per costruire un futuro sostenibile per il territorio e per i suoi abitanti.
La sfida, ora, è quella di trasformare le diverse voci e le preoccupazioni espresse in soluzioni concrete, capaci di bilanciare le esigenze di sviluppo industriale con la tutela dell’ambiente e della qualità della vita.