Novara, anziana muore: allarme virus del Nilo Occidentale

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Il decesso di una novantiduenne, avvenuto il 20 agosto presso l’ospedale Maggiore di Novara, ha tragicamente riportato l’attenzione sulla persistente circolazione del virus del Nilo Occidentale nel territorio italiano.
La conferma del decesso, inclusa nel più recente bollettino di monitoraggio dell’Asl di Novara, evidenzia la vulnerabilità di specifiche fasce di popolazione di fronte a questo agente patogeno insidioso.
La paziente, precedentemente sotto osservazione dell’azienda sanitaria locale, era stata ricoverata il 7 agosto, manifestando i primi segni di un’infezione che, quattro giorni dopo, è stata inequivocabilmente diagnosticata attraverso test diagnostici specifici.
L’assenza di altre comorbilità rilevanti sottolinea come il virus del Nilo Occidentale possa rappresentare una minaccia significativa anche per individui altrimenti considerati in buona salute, sebbene l’età avanzata costituisca un fattore di rischio accresciuto.

Il virus del Nilo Occidentale, trasmesso principalmente attraverso la puntura di zanzare infette appartenenti al genere *Culex*, è un flavivirus originario dell’Africa e diffuso in tutto il mondo.

La sua presenza in Italia, e in particolare in Piemonte, è legata alla complessa interazione tra fattori climatici, ecologici e comportamentali.
Le temperature più elevate favoriscono la proliferazione delle zanzare, mentre le modifiche nell’uso del territorio e l’introduzione di nuove specie di uccelli migratori possono amplificare la trasmissione del virus.

L’infezione può essere asintomatica nella maggior parte dei casi, ma in alcuni individui, specialmente anziani o immunocompromessi, può evolvere in una malattia neurologica grave, caratterizzata da febbre, mal di testa, affaticamento, rigidità del collo, encefalite e meningite.

In rari casi, l’infezione può causare paralisi permanenti e persino il decesso, come tristemente confermato dal caso odierno.

Questo tragico evento riafferma l’importanza cruciale di misure di prevenzione mirate a ridurre l’esposizione alle punture di zanzara.
Queste includono l’utilizzo di repellenti, l’abbigliamento protettivo, la rimozione di ristagni d’acqua dove le zanzare possono riprodursi e l’implementazione di programmi di controllo della popolazione zanzaretta.

La sorveglianza epidemiologica e la comunicazione tempestiva dei rischi per la popolazione rimangono strumenti essenziali per affrontare questa sfida sanitaria pubblica.
Il caso sottolinea, inoltre, la necessità di continui investimenti nella ricerca di vaccini e terapie specifiche per il virus del Nilo Occidentale, al fine di proteggere le comunità vulnerabili e mitigare l’impatto di future epidemie.

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