Sequestro e distruzione di materiale isolante: rischio per la salute pubblica.

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Un’operazione congiunta delle autorità doganali di Rivalta Scrivia (Alessandria), in stretta collaborazione con il Comando di Frontiera della Guardia di Finanza di Tortona, ha portato al sequestro e successiva distruzione di una notevole quantità di materiale isolante: 2.000 big bag contenenti lana di roccia, equivalenti a oltre 20.000 chilogrammi di fibre vetrose artificiali.
La merce, imbarcata in cinque container destinati al settore delle costruzioni in Italia, sollevò immediatamente sospetti a seguito di un’ispezione di routine presso il retroporto di Genova.
Le irregolarità rilevate si concentravano sull’assenza di adempimenti essenziali in materia di etichettatura e marcatura CE.
La mancata applicazione delle indicazioni obbligatorie previste dalla normativa europea non solo costituisce una violazione procedurale, ma rivela un potenziale rischio per la salute pubblica, in quanto impedisce ai lavoratori edili di accedere a informazioni cruciali relative alle proprietà del materiale e alle necessarie precauzioni d’uso.

Inizialmente, la merce è stata sottoposta a sequestro amministrativo, una misura cautelativa volta a impedire l’immissione sul mercato di prodotti potenzialmente non conformi.
Contestualmente, sono state avviate le comunicazioni formali agli organi governativi competenti, preludio a una serie di analisi di laboratorio approfondite.
Le indagini tecniche hanno confermato i primi sospetti, evidenziando valori anomali nel diametro delle fibre che suggeriscono un potenziale rischio cancerogeno.
Il materiale è stato quindi eliminato attraverso procedure specializzate in un impianto autorizzato, al fine di prevenire qualsiasi ulteriore esposizione.
L’azione penale è stata rivolta nei confronti del legale rappresentante della società importatrice, accusato di falsa dichiarazione di conformità.

Questa condotta, oltre a violare le normative in materia di importazione, espone il responsabile a conseguenze legali significative, considerando il rischio potenziale per la salute umana.
L’episodio sottolinea l’importanza di controlli rigorosi e della tracciabilità dei materiali, specialmente quelli destinati a settori in cui l’esposizione professionale è significativa.

L’evento solleva interrogativi sulla responsabilità delle catene di fornitura e sulla necessità di rafforzare i controlli a livello internazionale per prevenire l’importazione di prodotti potenzialmente pericolosi.
La vicenda rappresenta un monito per tutti gli operatori del settore, evidenziando la cruciale importanza della conformità normativa e della trasparenza nei processi di importazione.

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