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Febbre West Nile nel Campidano: Nuovo Caso e Allarme per la Salute Pubblica

Un episodio di febbre West Nile ha recentemente sollevato l’attenzione nel Campidano oristanese, confermando l’endemicità del virus nel contesto regionale.

La paziente, una donna di 86 anni, attualmente ricoverata presso l’ospedale San Martino, rappresenta il sedicesimo caso diagnosticato nella provincia di Oristano nel corso del 2025, un dato che evidenzia una persistente circolazione del virus e la necessità di una vigilanza costante.

L’evento si inserisce in un quadro più ampio di contagi che, nelle settimane precedenti, ha visto coinvolti individui di diverse fasce d’età: ultrasettantenni, ultrasessantenni, un quarantenne, altri due ottantenni e, significativamente, un novantenne.

Questo ampio spettro anagrafico dei casi suggerisce che, sebbene i soggetti anziani siano più vulnerabili a sviluppare forme gravi della malattia, anche individui più giovani possono essere infettati.
Attualmente, undici dei quindici pazienti contagiati necessitano di assistenza ospedaliera, mentre quattro hanno ricevuto l’alta e sono tornati a casa.
La febbre West Nile, trasmessa attraverso la puntura di zanzare infette appartenenti al genere *Culex*, rappresenta una sfida complessa per la sanità pubblica.
Il virus, originario dell’Africa, si è diffuso in diverse parti del mondo, stabilizzandosi in aree come il bacino del Mediterraneo e il Nord America.
In Italia, la sua presenza è ormai consolidata, con periodici aumenti dell’incidenza, soprattutto durante i mesi estivi e autunnali, quando l’attività delle zanzare è al suo culmine.

L’assenza di un vaccino specifico e di una terapia antivirale mirata rende la prevenzione la strategia più efficace per contrastare la diffusione del virus.

Questo implica un approccio integrato che coinvolge sia interventi diretti sulla popolazione che azioni a livello ambientale.

La sorveglianza epidemiologica, attraverso il monitoraggio costante dei casi umani e la ricerca di attività virale nelle popolazioni di zanzare, è cruciale per comprendere l’andamento della malattia e adattare le misure di controllo.

Parallelamente, è fondamentale implementare strategie di controllo delle zanzare, che vanno dalla rimozione dei ristagni d’acqua, habitat ideale per la deposizione delle uova, all’utilizzo di larvicidi selettivi e alla gestione delle aree umide.
L’educazione e la sensibilizzazione della popolazione, promuovendo l’uso di repellenti, indumenti protettivi e la messa in sicurezza delle abitazioni, rappresentano un elemento chiave per ridurre il rischio di punture.

La situazione attuale sottolinea l’importanza di un approccio proattivo e multidisciplinare, che coinvolga l’ASL, le amministrazioni locali, i professionisti della sanità e la comunità, al fine di proteggere la salute pubblica e mitigare l’impatto di questa malattia virale emergente.
Un’analisi approfondita dei fattori ambientali e comportamentali che contribuiscono alla diffusione del virus è essenziale per sviluppare strategie di prevenzione più efficaci e sostenibili nel tempo.

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