Voci di Pietra, Echi di Donne: Un Viaggio Teatrale nel Cuore di PompeiIn un’esperienza immersiva che trascende il semplice spettacolo, il Parco Archeologico di Pompei ospita “Voci di Pietra, Echi di Donne”, un ciclo di performance teatrali inedite pensate per dialogare profondamente con la mostra “Essere donna nell’Antica Pompei” (visibile fino al 31 gennaio 2026).
Più che un mero accompagnamento, si tratta di un percorso di riscoperta delle figure femminili che, silenziose e spesso dimenticate, hanno tessuto la trama della vita nella città sepolta.
Il progetto, ideato e curato da Fabio Cocifoglia e Rosario Sparno, si articola in dieci appuntamenti distribuiti nei luoghi iconici del sito archeologico, in un intreccio di mito, storia e creazione artistica.
Ogni performance, prodotta da Casa del Contemporaneo nell’ambito del progetto “Esopop, storie in festival”, invita il pubblico a immergersi nelle atmosfere e nei drammi di donne che hanno saputo affermare la propria individualità, sfidando convenzioni sociali e lasciando tracce indelebili nella memoria collettiva.
Ad aprire il ciclo, nella suggestiva cornice della Villa di Arianna a Castellammare di Stabia, Manuela Mandracchia, affiancata dal musicista Stefano Saletti, interpreta il mito di Arianna.
Abbandonata da Teseo sull’isola di Nasso, Arianna non è più la vittima passiva del mito greco, ma una figura femminile complessa e potente, capace di trasformare il dolore in resilienza e di reinventare il proprio destino.
Le rovine non sono mero sfondo, ma pulsanti testimoni del suo percorso, amplificando le sue emozioni e i suoi desideri di libertà.
A seguire, il Teatro Piccolo di Pompei accoglie Giulia Felice, interpretata da Loredana Piedimonte, con la partecipazione del musicista Massimo Cordovani.
Giulia, una figura storica di Pompei del I secolo, incarna l’audacia e l’indipendenza di una donna che ha saputo farsi strada in un mondo dominato dagli uomini.
Imprenditrice e spirito libero, Giulia sfida le leggi del tempo, rifiuta il pudore imposto e rivendica il diritto alla propria identità come atto politico radicale.
La sua abitazione, un vivace crocevia di corpi, affari, saperi e passioni, si configura come un laboratorio di emancipazione, un luogo in cui le voci delle donne possono finalmente risuonare libere.
Ogni spettacolo è preceduto da una visita didattica condotta da Le Nuvole teatro arte scienza, offrendo un’occasione unica per approfondire il contesto storico e culturale delle performance.
I costumi, creati dal talento di Giuseppe Avallone, contribuiscono a creare un’atmosfera suggestiva e coinvolgente, mentre la fotografia di Antonio Biasiucci, raffigurante un’immagine evocativa, funge da simbolo visivo del progetto.
“Voci di Pietra, Echi di Donne” si configura come un’esperienza artistica innovativa, in grado di arricchire l’offerta culturale del Parco Archeologico di Pompei, completando le già apprezzate passeggiate notturne e promuovendo una nuova, più consapevole, comprensione del ruolo delle donne nell’antichità.
Un invito a ascoltare le voci del passato, a interrogare il presente e a immaginare un futuro in cui le storie di tutte siano finalmente raccontate.