Un segnale di allarme, un monito severo, è stato lanciato dalla Polizia di Potenza, incarnato dal Questore Raffaele Gargiulo, nei confronti di un individuo domiciliato nella provincia, il quale si troverà ora obbligato a seguire un percorso terapeutico specialistico presso il Centro di Recupero per Autori di Violenza di Genere (CRVG).
Questa misura, più che una semplice sanzione, rappresenta un tentativo di affrontare le radici profonde di un problema sociale complesso e doloroso.
Le accuse che gravano sull’uomo, come dettagliato in un comunicato ufficiale della Questura, riguardano un quadro di comportamenti ripetuti e sistematici di violenza e aggressività, rivolti non solo nei confronti dell’ex coniuge, ma anche estesi a membri della sua famiglia.
Si tratta di una escalation di azioni che rivelano una dinamica tossica, intrisa di controllo, intimidazione e una profonda mancanza di rispetto per l’integrità fisica e psicologica dell’altro.
Il percorso di recupero sarà condotto presso il CRVG, una struttura regionale di fondamentale importanza, nata dalla collaborazione sinergica tra il Comune di Potenza e l’Azienda Sanitaria Locale (ASL) di Potenza.
La sua esistenza è frutto di un accordo programmatico, il Protocollo Zeus, un documento che sancisce l’impegno congiunto della Questura, dell’ASL e del Comune di Potenza nell’affrontare il fenomeno della violenza di genere in modo multidisciplinare e integrato.
Il Protocollo Zeus, più che un mero atto formale, definisce un approccio innovativo, che coinvolge professionisti di diverse discipline – psicologi, psichiatri, assistenti sociali – per offrire un supporto personalizzato all’autore di reato, finalizzato alla sua rieducazione e al suo reinserimento nella società.
L’obiettivo primario non è la punizione, bensì la responsabilizzazione e la prevenzione di recidive.
Questa iniziativa rappresenta un passo avanti significativo nella lotta contro la violenza domestica, sottolineando la necessità di intervenire non solo sul piano repressivo, ma anche su quello riabilitativo.
L’obbligo di seguire un percorso terapeutico mira a far luce sulle cause profonde del comportamento violento, spesso legate a schemi relazionali disfunzionali, traumi infantili non elaborati e disturbi della personalità.
Il caso in questione non è un evento isolato, ma un campanello d’allarme che evidenzia la pervasività del fenomeno della violenza di genere e la sua capacità di radicarsi nelle dinamiche familiari e sociali.
La decisione del Questore Gargiulo e l’operato del CRVG testimoniano un impegno concreto verso una cultura del rispetto, della parità e della non violenza, auspicando un futuro in cui l’intimità non sia contaminata dalla paura e dall’abuso.