A meno di ventiquattr’ore dall’inizio del percorso agonistico nelle qualificazioni europee Under 21, con il confronto cruciale contro il Montenegro in programma a La Spezia, il selezionatore Silvio Baldini ha tracciato un quadro della condizione della squadra, al termine di un intenso periodo di preparazione al Centro Olimpico di Tirrenia.
Le parole del tecnico rivelano un’analisi profonda, che va oltre la semplice valutazione tattica, abbracciando la mentalità e la crescita individuale di ciascun giocatore.
“Questi ragazzi rappresentano l’eccellenza del nostro calcio giovanile,” ha affermato Baldini, sottolineando la disponibilità e la sete di apprendimento che caratterizzano il gruppo.
L’approccio del tecnico è pragmatico: “Per me, tutti sono titolari.
Nell’era moderna, il calcio non si gioca più con undici giocatori, ma con un organico ampio, capace di offrire soluzioni diverse e di gestire l’intensità delle competizioni.
” Questa visione si traduce in una rotazione mirata, che permetterà di valutare al meglio le potenzialità di ogni elemento e di preservare l’energia per le sfide successive.
La vera difficoltà, secondo Baldini, risiederà nella scelta dei quattro atleti che dovranno rimanere a disposizione dalla panchina, un segnale di incoraggiamento e un incentivo per il resto del gruppo.
L’avversario, il Montenegro, viene riconosciuto come una squadra di notevole potenza fisica, che non può essere sottovalutata.
Pur ammettendo una superiorità tecnica innegabile, Baldini mette in guardia dal rischio dell’arroganza: “Quando ci si sente superiori, si rischia di compromettere il risultato con superficialità e disattenzione.
” La strategia, quindi, sarà quella di imporre il proprio gioco, senza però trascurare l’aspetto difensivo e la capacità di reagire agli assalti avversari.
La preparazione si è concentrata sull’analisi di uno specifico modulo (4-2-3-1), ma la squadra è stata istruita ad adattarsi rapidamente a qualsiasi disposizione tattica adottata dal Montenegro.
Tra i giovani talenti attenzionati, spicca la figura di Simone Pafundi, lanciato in Serie A da Roberto Mancini a soli sedici anni.
Pafundi, con umiltà e determinazione, esprime la propria ambizione: “Mi sento parte integrante del gruppo, consapevole del valore di ogni compagno.
La competizione è un motore di crescita, sia individuale che collettiva.
” Il percorso di Pafundi è costellato di errori, ma anche di una resilienza ammirevole: “Non ho mai rinunciato ai miei obiettivi, e continuerò a lavorare sodo per raggiungerli.
La scelta della Sampdoria è stata dettata dalla volontà di dare una svolta alla mia carriera, e il mister mi ha dato il benvenuto con grande entusiasmo.
“Altrettanto significativa è la presenza di Diego Mascardi, portiere dello Spezia, che avrà l’onore di giocare in casa.
“Debuttare al Picco sarebbe un sogno che si avvera,” confessa Mascardi, sottolineando l’importanza del supporto del pubblico.
L’atmosfera al centro di preparazione è positiva e stimolante, con un forte senso di cameratismo che si sta consolidando sotto la guida di Baldini.
L’obiettivo a lungo termine è ambizioso: la qualificazione ai Giochi Olimpici, un traguardo che richiede impegno, sacrificio e una profonda coesione di squadra.
Un incontro particolarmente emozionante è stato quello con Gigi Buffon, leggendario portiere e punto di riferimento per Mascardi.
“È sempre stato il mio idolo, e poterlo incontrare a Carrara, la mia città, è stata un’esperienza indimenticabile.
” L’eredità di Buffon, simbolo di professionalità, passione e dedizione, rappresenta un esempio da seguire per tutti i giovani calciatori in rampa di lancio.