Un episodio di inaccettabile violenza ha nuovamente scosso la sanità oristanese, questa volta colpendo un medico del reparto di Pediatria del San Martino.
L’aggressione, preceduta da un’escalation di insulti verbali, si inserisce in un contesto allarmante di comportamenti aggressivi che stanno mettendo a dura prova il personale sanitario della Asl di Oristano, già provato da episodi simili.
Secondo quanto ricostruito dalla direzione sanitaria, la vicenda ha inizio venerdì scorso, quando una coppia ha accompagnato la figlia al pronto soccorso.
Dopo la valutazione iniziale e l’assegnazione di una priorità di codice verde, la famiglia è stata indirizzata al reparto di Pediatria.
Qui, la comunicazione riguardante l’impegno del medico in un caso clinico complesso e urgente – circostanza che, seppur comprensibile, ha generato frustrazione nella coppia – ha innescato la spirale di comportamenti riprovevoli.
L’atto culminante si è verificato quando il medico, una volta liberato, ha tentato di accogliere la paziente.
Invece di collaborare alla visita, i genitori hanno reagito con aggressività, rifiutando l’invito ad accedere all’ambulatorio e, concretamente, spintonando il professionista, prima di allontanarsi dal reparto senza permettere l’esecuzione della visita alla figlia.
Un gesto che trascende la semplice insofferenza per l’attesa, configurandosi come una violazione della dignità e dell’integrità fisica di un operatore sanitario.
Il commissario della Asl, Federico Argiolas, ha espresso con fermezza la condanna per questo atto di inciviltà, sottolineando la necessità di porre fine a un trend preoccupante che vede operatori sanitari, impegnati nella cura della salute stessa di chi li aggredisce, diventare vittime di violenza.
L’episodio solleva interrogativi profondi non solo sulla gestione dell’attesa e della comunicazione in ambito sanitario, ma anche sulla crescente difficoltà a garantire un ambiente di lavoro sicuro e rispettoso per il personale medico e infermieristico.
La direttrice del reparto di Pediatria, Enrica Paderi, ha espresso rammarico per l’accaduto, evidenziando l’impegno costante del reparto a fornire un’accoglienza attenta alle esigenze emotive dei bambini e delle loro famiglie.
Si sottolinea l’importanza di comprendere che ritardi e attese, purtroppo inevitabili in contesti di carenza di risorse e di picchi di affluenza, non giustificano in alcun modo comportamenti aggressivi.
La fiducia reciproca e la collaborazione tra pazienti e operatori sanitari sono elementi imprescindibili per garantire una cura efficace e di qualità.
L’episodio, oltre alla denuncia della violenza, rimarca la necessità di un profondo ripensamento del sistema sanitario, non solo in termini di risorse umane e strutturali, ma anche in termini di strategie di comunicazione e di gestione delle aspettative dei pazienti.
È fondamentale promuovere una cultura del rispetto e della collaborazione, per assicurare che gli operatori sanitari possano svolgere il proprio lavoro in sicurezza e dignità, nell’interesse di tutti.