Ceramiche Noi, cooperativa umbra nata dalle ceneri di un progetto industriale a rischio di delocalizzazione, incrocia il glamour del Festival del Cinema di Venezia con un racconto di resilienza e rinascita.
Nel 2019, dodici lavoratori, con un atto di coraggio e lungimiranza, hanno sottratto l’azienda da un futuro incerto, optando per un modello cooperativo che pone al centro il valore del lavoro e la salvaguardia di un patrimonio artigianale.
Il riconoscimento da parte di Forbes Italia, che ha commissionato alla cooperativa la realizzazione dei premi “Unconventional Excellence” destinati a figure emblematiche dell’eccellenza italiana – Andrea Bocelli, Irene Maiorino, Paolo Ruffini, Michela Giraud, Nicola Liguori e Christian Ghedina – rappresenta una pietra miliare nel percorso di Ceramiche Noi.
Non si tratta di una semplice prestigiosa commessa, ma di una consacrazione pubblica del modello di “workers buyout” che ha permesso la sua sopravvivenza e il suo sviluppo.
La collaborazione artistica con Luca Baldelli ha dato vita a opere ceramiche uniche, che fondono la maestria artigianale tradizionale con un’estetica innovativa.
Ogni pezzo, pur condividendo un linguaggio formale comune, si distingue per dettagli e imperfezioni che testimoniano la manualità e la sensibilità dell’artigiano.
Un approccio che contrasta con la standardizzazione della produzione industriale, esaltando la bellezza intrinseca dell’unicità.
“Sei anni fa eravamo senza prospettive, senza radici”, ricorda Lorenzo Giornelli, socio e responsabile marketing di Ceramiche Noi.
“Oggi, condividiamo il palco di Forbes con coloro che incarnano l’orgoglio italiano nel mondo.
Questo riconoscimento non è solo nostro, ma di tutti coloro che credono nel potere della cooperazione e del lavoro etico.
“Marco Brozzi, presidente di Ceramiche Noi, sottolinea come questo traguardo sia la prova tangibile del valore dell’unità e della solidarietà: “Abbiamo portato con noi la storia del nostro ‘workers buyout’, la forza dei nostri soci e la profonda convinzione che la collaborazione sia la chiave per superare le avversità e raggiungere obiettivi ambiziosi.
“La vicenda di Ceramiche Noi si configura come un esempio virtuoso di economia sociale, dove la proprietà è condivisa e il profitto è reinvestito nella crescita collettiva e nella salvaguardia del territorio.
Un modello che offre un’alternativa concreta alla logica del profitto a tutti i costi, dimostrando che è possibile coniugare successo economico e responsabilità sociale, preservando al contempo l’autenticità e il valore del Made in Italy.
La cooperativa umbra non solo ha salvato un’azienda, ma ha anche recuperato un pezzo di storia e di cultura, restituendolo al mondo con orgoglio e passione.